Il brano del vangelo odierno dimostra che la pratica del digiuno non è caratteristica della sola chiesa cattolica, ma fa parte del bagaglio religioso di una grande parte dell'umanità. Può essere considerata, infatti una via che educando il corpo permetta un incontro più completo e sincero con il divino. L'osservazione dei farisei, che vedevano i discepoli di San Giovanni digiunare, sottolinea due aspetti importanti. Da un lato i farisei dimostrano mancanza di sensibilità nell'affrettarsi a formulare giudizi sul comportamento altrui. Gesù non risponde direttamente a questo loro modo di pensare. Gesù, come al solito, guarda al cuore delle questioni per scoprirne l'essenzialità. La sua risposta cambia la prospettiva dei farisei e si pone su un altro livello, che supera una polemica sterile. Con la figura dello sposo, Gesù invita i farisei a volgere il loro sguardo non sui discepoli ma su Gesù stesso. La sua risposta invita quindi ad approfondire la loro fede. L'insensibilità dei farisei nel guardare i discepoli di Gesù Cristo dimostra una loro non comprensione nel messianismo annunciato e proclamato da Gesù stesso.
Importante, anche per noi, capovolgere la prospettiva, così come la indica Gesù. Capiamo allora meglio il valore di ogni nostro gesto ed azione, perché invitati a riferirla a Gesù stesso. Ogni nostra pratica religiosa deve avere al centro la figura di Gesù Cristo nella comprensione del suo messaggio perché diventi veramente efficace per la nostra vita di cristiani.
Uno dei padri interrogò abba Giovanni il Nano su chi sia il monaco. Quello rispose: "Fatica! Perché in ogni opera il monaco si affatica. Questo è il monaco".
QUALE DEVE ESSERE L'ABATE Soprattutto non trascuri né tenga in minor conto la salvezza delle anime a lui affidate per preoccuparsi maggiormente delle cose terrene, transitorie e caduche; ma pensi sempre che si è assunto il compito di guidare le anime e che di esse dovrà rendere conto. E perché non adduca a pretesto l'eventuale scarsezza di beni materiali, ricordi che sta scritto: «Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta» (Mt 6,33); e ancora: «Nulla manca a coloro che lo temono» (Sal 33,10).