Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
25 Novembre - 01 Dicembre 2007
Tempo Ordinario XXXIV, Colore bianco
Lezionario: Ciclo C | Anno I, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Domenica 25 novembre 2007

Tu sei Re!

Tutta la nostra storia è indelebilmente segnata dall'evento Cristo. Tutta la nostra liturgia tende come ad un approdo, ad un culmine, alla scoperta e alla solenne proclamazione della sovranità e regalità del nostro Salvatore e Signore. Così ogni anno concludiamo ed iniziamo l'anno liturgico, Ciò che era stato preannunciato con accenti apocalittici come un personaggio misterioso a lungo atteso e vagheggiato, ora è presente e vivo: ha conquistato il suo trono regale umiliandosi nella carne, scalando un monte e immolandosi per noi sul patibolo della croce. È la conquista del crocifisso, è la nostra redenzione. Egli aveva affermato che il suo regno non è come quelli del nostro mondo ed infatti egli non ha conquistato poteri umani, non si è dotato di potenza, ma ha conquistato il mondo ed ha affascinato tutti noi a prezzo della sua stessa vita. Una conquista scaturita soltanto dall'amore, dalla misericordia, dalla piena riconciliazione. Alla domanda di Pilato: "sei tu re?" Gesù risponde: "Tu lo dici; io sono re". Egli è il testimone della verità perché è venuto a cancellare la menzogna che ci ha indotto al peccato. Egli è la Voce che ristabilisce il nostro dialogo con Dio dopo averlo interrotto dopo il primo peccato; ora lo invochiamo chiamandolo Padre. Egli è la via che ci riconduce alla casa paterna dopo il nostro vagabondare nei pascoli immondi. Egli è il re della pace e il Signore dei risorti. La nostra sudditanza è scandita dalla libera e gioiosa adesione al suo vangelo, da una incondizionata fedeltà, da una continua e crescente comunione con lui. Dobbiamo soltanto tendere l'orecchio dell'anima alla sua voce, ai suoi preziosi insegnamenti. Questa è la via per affermare la sua regalità e per espandere e far crescere il suo regno. Ci vuole come testimoni anche quando siamo chiamati a pagarne il prezzo, anche quando ci potrebbe costare la vita. I martiri non si sono assoggettati alle angherie dei potenti e prepotenti del mondo per proclamare l'indiscutibile primato di Cristo, la sua divina sovranità.


Apoftegmi - Detti dei Padri

L'Abba Pastor disse: Non abitare in un posto dove ti accorgi che gli altri ti invidiano, perché là non potrai crescere.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

NORME PER L'ACCETTAZIONE DEI FRATELLI

Colui che deve essere ammesso prometta nell'oratorio alla presenza di tutti la sua stabilità, la conversione dei suoi costumi e l'obbedienza, davanti a Dio e ai suoi Santi, perché se un giorno dovesse agire diversamente, sappia che sarà condannato da Dio stesso del quale si prende gioco. Di questa sua promessa rediga una carta di professione a nome dei Santi di cui lì si conservano le reliquie e dell'abate presente. Tale carta di professione la scriva di sua mano lui stesso; oppure, se non sa scrivere, la scriva un altro a sua richiesta e il novizio vi apponga un segno; e poi di sua mano la deponga sull'altare. Dopo averla deposta, il novizio intoni subito questo versetto: «Accoglimi, Signore, secondo la tua parola e avrò la vita: non deludermi nella mia speranza» (Sal 118,116). Tutta la comunità ripeta per tre volte il versetto, aggiungendovi il Gloria Patri. Allora il fratello novizio si prostri ai piedi di tutti, perché preghino per lui; e da quel momento sia ormai annoverato tra i membri della comunità.

Cap.58,17-23.