I settantadue discepoli, al ritorno dalla missione che Gesù aveva affidato loro, mostrano una gioia incontenibile. Una gioia veramente giustificabile per tanti motivi. Da un lato certamente, perché si rendono conto che tutto quello che Gesù, il loro Signore, aveva loro predetto si era puntualmente verificato. Già questo è un buon motivo per gioire; e poi la loro opera, seguendo l'insegnamento di Gesù, aveva dato frutti umanamente inaspettati. I discepoli hanno operato molti miracoli, guarendo e scacciando i demoni: proprio secondo le istruzioni che avevano ricevuto. Certamente, se ce n'era bisogno, la fiducia e la fede in Gesù erano aumentati. Altro motivo di gioia, e questo forse più profondo, è nel rendersi conto che - nell'obbedienza a Gesù - questa comunità di discepoli comincia a fare quello che faceva il proprio Maestro. Comincia ad intravedersi una realtà nuova e che nasce da Cristo stesso. Sono tutti questi motivi giusti per rendere grazie al Signore e gioire tutti insieme. L'accoglienza di Gesù però invita a riflettere sul motivo vero e reale della vera gioia. La gioia che nasce dal profondo del cuore, dove è radicata, non deriva dai risultati esterni o dai successi conseguiti e neanche dall'accettazione altrui del nostro operato. La vera gioia sta nel sapersi figli di Dio ed amati da Dio stesso. Obbedire a Gesù e fare quello ce Egli insegna... è qui la gioia profonda di tutti i cristiani.
Un fratello si recò presso un anziano che abitava al Monte Sinai e gli domandò: «Padre, dimmi come si deve pregare, perché ho molto irritato Iddio». L'anziano gli disse: «Figliuolo, io quando prego parlo così: Signore, accordami di servirti come ho servito Satana e di amarti come ho amato il peccato».
I SETTIMANARI DI CUCINA Chi sta per uscire di settimana, il sabato faccia le pulizie; lavi i panni con cui i fratelli si asciugano le mani e i piedi; tanto poi chi finisce quanto chi inizia il turno lavi i piedi a tutti. Chi esce di settimana riconsegni puliti e in buono stato gli utensili del suo ufficio al cellerario, e questi a sua volta li consegni al fratello che entra in servizio, in modo da sapere quello che dà e quello che riceve. Un'ora prima della refezione i settimanari prendano, oltre la razione stabilita, un bicchiere di vino e un po' di pane per ciascuno, perché all'ora del pasto possano servire i fratelli senza lamentele e senza eccessiva fatica; nei giorni festivi però attendano sino alla fine della Messa.