Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
29 Aprile - 05 Maggio 2007
Tempo di Pasqua IV, Colore bianco
Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 4

Commento alle Letture

Venerdì 04 maggio 2007

Io sono la via, la verità e la vita...

Quando Giovanni riporta queste parole di Gesù, il Signore già da molti anni è partito dai suoi. Essi ora attendono di incontrarsi nuovamente con lui. Di qui il valore di queste parole del Signore che conferiscono certezza nell'attesa. Anche noi incontriamo Gesù nel mistero, nell'assemblea eucaristica... Anche a noi fa piacere poter ripetere: chi incontra Gesù incontra il Padre, uniti a Gesù siamo nella via vera della vera vita. Ma non siamo uniti al Signore se non siamo uniti ai fratelli, e riconosciamo il posto che ciascuno di loro ha nella casa del Padre. La risurrezione del Cristo avverrà quanto a Davide avvenne per segno. Suscitare e risuscitare nella lingua greca, in cui sono scritti gli Atti degli Apostoli, sono il medesimo verbo. La morte non sarà il tragico crollo di tutte le speranze. Sarà la venuta di Cristo a prenderci per portarci a vivere eternamente con lui e con il Padre. Dio lo ha risuscitato dai morti, e ora lo attestano risorto i suoi discepoli. Predicare significa sempre proclamare che Gesù è risorto dalla morte.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Dicevano dell'Abba Agatone che si mise per tre anni una pietra in bocca, finché non imparò a tacere.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

IL LAVORO MANUALE QUOTIDIANO

Soprattutto è necessario incaricare uno o due anziani, i quali facciano il giro del monastero nelle ore in cui i fratelli devono dedicarsi alla lectio divina, per vedere se per caso non ci sia qualche fratello accidioso che si dà all'ozio o alle chiacchiere e non è intento alla lettura; e così non solo è inutile a se stesso ma distrae anche gli altri. Se lo si trovasse - non sia mai! - un tipo così, lo si rimproveri una prima e una seconda volta; se non si corregge, sia sottoposto alla disciplina regolare con tale severità che gli altri ne abbiano timore. Né un fratello si intrattenga con un altro nelle ore non permesse.

Cap.48,17-21.