Israele era convinto di essere il Popolo eletto, ma il comportamento negativo, individuale e comunitario, attira un giusto castigo. Allora Dio offre una possibilità di una vita rinnovata; il peccatore "ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà e non morirà". La giustizia non è una situazione automatica, ma è il risultato di un impegno perseverante e sempre ripreso. Il peccatore deve ritrovare la via della fiducia, e il giusto non deve abbandonare quella della vigilanza. La Quaresima è il periodo adeguato per scrutare la nostra coscienza, trovarvi il bene (da far crescere) e il male (da estirpare). "Perdonaci, Signore, e noi vivremo". La vera giustizia cristiana, nel vangelo di Matteo è superiore a quella degli antichi maestri di cultura e di teologia (scribi e farisei). Il cuore purificato non cede alla violenza verbale e diventa operatore di pace: l'intesa con il fratello e la riconciliazione sono le condizioni preliminari per compiere gesti di culto. "Se ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va'prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono". Ma la carità si estende anche ad un "avversario" che possiamo incontrare ad ogni momento: un atteggiamento di carità sarà tenuto presente da Dio stesso.
«Abba Giovanni ha detto: "Se Mosè non fosse entrato nelle tenebre, non avrebbe visto il Signore. Intendiamo con le tenebre la cella del monaco. Se tu resterai nella tua cella, tu vedrai tutte le meraviglie del Signore"».
COME CELEBRARE LE VIGILIE NOTTURNE NELLE DOMENICHE Dopo il quarto responsorio l'abate intoni l'inno Te Deum laudamus; terminato il quale l'abate faccia la lettura del vangelo, mentre tutti stanno in piedi con onore e riverenza. Al termine tutti rispondano Amen e l'abate aggiunga subito l'inno Te decet laus e, data la benedizione, comincino le Lodi mattutine. Questo schema delle Vigilie domenicali lo si mantenga invariato in tutte le stagioni, sia d'estate che d'inverno; eccetto il caso - non sia mai! - che si alzino in ritardo e allora bisognerà abbreviare qualcosa delle letture e dei responsori. Ma si abbia la massima cura che ciò non accada; se però dovesse succedere, il responsabile di tale negligenza ne faccia adeguata penitenza davanti a Dio nell'oratorio.