Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
08 - 14 Ottobre 2006
Tempo Ordinario XXVII, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno II, Salterio: sett. 3

Commento alle Letture

Venerdì 13 ottobre 2006

Se scaccio i demoni col dito di Dio, è giunto a voi il regno di Dio...

Alla guarigione di un ossesso, Luca ha unito la serrata discussione di Gesù con alcuni della folla intorno al potere di scacciare i demoni. Essi sono persuasi che Gesù compia questi gesti "in nome di Beelzebul, capo dei demoni". Quindi la testimonianza messianica dell'opera liberatrice di Gesù sarebbe del tutto falsa. Tanto che altri per metterlo alla prova, gli chiedevano un segno dal cielo, appunto per autenticare le sue pretese messianiche. Comunque il "segno dal cielo" che Dio dà, non è mai di potenza, ma di umiltà, è la croce. In quel segno dona tutto se stesso, e si rivela come amore per noi. La risposta di Gesù a quelle malevoli e calunniose insinuazioni è decisa e stringente: "Che se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà sussistere? E, i vostri figli, in nome di chi li scacciano?". Queste argomentazioni polemiche introducono una spiegazione che è un annuncio: se nella potenza dello Spirito di Dio, Gesù scaccia i demoni, è chiaro che "è giunto a voi il regno di Dio" Succede come nel caso di un uomo forte che fa la guardia al suo palazzo. Se ne giunge "un altro più forte di lui e lo vince" si impossessa di quella abitazione. Gesù è il più forte, preannunciato già dal Battista, è il sole che viene dall'alto. La casa dell'uomo era occupata dal nemico a causa del peccato. Ora viene liberata da Gesù, e il peccatore può ritornare a "casa sua" nel regno del Padre da cui era fuggito per la disubbidienza. Gesù ci dice di stare attenti per non tornare prigionieri di Satana, perché è sempre un leone ruggente che cerca di divorare, bisogna resistergli nella fede. Lo si vince semplicemente, tenendo salda la fiducia nel Padre.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Disse un anziano: «Senza la sorveglianza delle labbra è impossibile all'uomo progredire anche in una sola virtù; poiché la prima delle virtù è la sorveglianza delle labbra».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

LA MISURA DEL CIBO

Per il pasto quotidiano - abbia esso luogo a sesta o a nona - noi pensiamo che siano sufficienti in tutte le stagioni due pietanze cotte, per riguardo alle infermità dell'uno o dell'altro dei fratelli; cosicché chi non può cibarsi di una, si nutra con l'altra. Quindi due pietanze cotte bastino a tutti; e se ci fosse la possibilità di avere frutta e legumi freschi, se ne aggiunga una terza. Di pane sarà sufficiente una libbra di buon peso al giorno, sia quando si fa un pasto solo sia quando si pranza e si cena. Che se si deve anche cenare, il cellerario metta da parte un terzo di quella libbra e lo passi a cena.

Cap.39,1-5.