Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
02 - 08 Luglio 2006
Tempo Ordinario XIII, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno II, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

Sabato 08 luglio 2006

"Possono forse digiunare quando lo sposo è con loro?".

I farisei si lamentavano che Gesù mangiasse con i peccatori. Qui lo si accusa di non digiunare. La risposta di Cristo è significativa: Gesù inaugura il tempo messianico – il tempo delle nozze, già prefigurato dai profeti. – che è tempo di gioia. I discepoli non digiunano, perché Cristo è con loro. Questo è per il presente, ma per il futuro Gesù prevede che "verranno però giorni nei quali lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno". Afflizione e digiuno vanno di pari passo, e la pratica ascetica del digiunare caratterizzerà i giorni nei quali "lo sposo sarà tolto". Per il tempo che corre tra il momento in cui lo sposo ci viene tolto e il suo ritorno, il digiuno acquista un nuovo significato: non è soltanto pratica di penitenza, è attesa, disponibilità per un più significativo incontro. Così ci sentiamo otri nuovi perché, evidentemente, la gioia del Vangelo è già in noi e in questo senso dobbiamo essere novità per l'ambiente in cui viviamo. E ci sentiamo contemporaneamente otri ancora vecchi – atteggiamento di penitenza - perché nessuno di noi può dire di essere già stato completamente raggiunto dal Vangelo. Nessuno come il cristiano deve continuamente vivere in questi due ruoli: un evangelizzato che evangelizza, e nel medesimo tempo un uomo ancora da evangelizzare. E' appunto per questo che ascoltiamo la Parola ogni giorno e cerchiamo di far sì che ogni giorno ci dica qualcosa che ci illumini. Ambedue le immagini finali mettono di fronte l'antico e il nuovo. Ora è il tempo del nuovo: effervescente come vino giovane, forte e resistente come panno grezzo. Ha la sua legge propria, la legge della gioia e di una pienezza traboccante. "Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete e udire ciò che voi udite".


Apoftegmi - Detti dei Padri

Non è necessario dire tutto quel che si pensa; ma è necessario pensare tutto quel che si dice.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

PROLOGO ALLA REGOLA DI SAN BENEDETTO

Concludendo così le sue parole, il Signore attende che ogni giorno noi rispondiamo coi fatti alle sue sante esortazioni. Ed è appunto per emendarci dai nostri vizi che ci vengono concessi in proroga i giorni di questa vita, secondo il detto dell'apostolo: «Non sai che la pazienza di Dio ti spinge alla conversione?» (Rm 2,4). E infatti il misericordioso Signore dice: «Non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva» (Ez 33,11). Quando dunque, fratelli carissimi, abbiamo chiesto al Signore chi avrebbe abitato nella sua tenda, abbiamo inteso le condizioni per potervi dimorare; ma solo se adempiremo i doveri di chi vi risiede saremo eredi del regno dei cieli.

Prol.35-39.