Con la pagina del Vangelo di oggi ci immergiamo nella natura divina di Gesù. Dice Giovanni che i giudei cercavano di uccidere Gesù, perché violava il sabato; ma aggiunge: "Ancor più, cercavano di ucciderlo perché chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a lui". Fino alla fine del mondo ci saranno coloro che con gioia crederanno in Gesù, Signore dell'universo e coloro che lo cacceranno lontano dalla loro vita. "In verità vi dico che il Padre ama il Figlio e gli manifesta tutto quello che fa". Con queste parole semplici e sublimi, tanto comuni quanto misteriose, Gesù svela l'identità di Dio, che è anche identità dell'uomo, sua immagine e somiglianza. Naturalmente questa somiglianza in primo luogo è impressa in Gesù stesso, ma non se la tiene gelosamente, ce la dona. Chi si affida al Figlio, entra nel suo stesso rapporto con il Padre, accetta la propria realtà di figlio, e "amando i fratelli, passa dalla morte alla vita". Ecco la guarigione che Gesù ha compiuto in noi ai bordi della piscina. E ciò è segno di quanto queste parole, ascoltate e contemplate, operano in noi. Sapere che il Padre e il Figlio vivono nella stessa comunione di Vita, alla quale sappiamo di essere chiamati anche noi, consolida il nostro vivere nella fede. "Padre, tu sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola". L'amore del Padre si è reso visibile in quello del Figlio per tutti gli uomini e si manifesta in coloro che credono. L'amore per sé non si dimostra, si può solo mostrare. Gesù disse ancora: "Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi vuole. Gesù ha operato la guarigione sull'infermo insieme al Padre, facendolo passare dalla morte, perché separato dal Padre, alla vita. Infatti si "desta, prende il suo lettuccio e cammina". Come il Padre "vuole", ossia ama (si ama quello che si vuole, e in Dio c'è solo amore), ama tutti e ciascuno, così il Figlio ama tutti e ciascuno dei suoi fratelli. Vuole far risorgere, oltre l'uomo infermo, incontrato alla piscina, ogni uomo che ascolta la sua parola, anche i suoi accusatori e li invita e prega perfino sulla croce.
Alcuni fratelli andarono a visitare un santo anziano che abitava in un luogo deserto. Trovarono presso la sua cella dei bambini che custodivano le greggi e parlavano tra loro in modo fastidioso. I fratelli videro l'anziano, gli palesarono i propri pensieri e trassero beneficio dalle sue risposte. Poi gli dissero: «Padre, perché accetti d'avere intorno questi bambini e non gli ordini di cessare tanto baccano?». L'anziano rispose: «Fratelli, credetemi, vi sono giorni in cui vorrei dare questo ordine, ma mi fermo, dicendo: «Se non sopporto questa bazzecola, come potrei sopportare una più grande prova, se Dio permette che mi si presenti?». Così non dico niente, per abituarmi a sopportare tutto ciò che accade».
COME DEVONO PUNIRSI I FANCIULLI DI MINORE ETÀ Ogni età e ogni grado di intelligenza devono ricevere un trattamento adeguato. Perciò i fanciulli, gli adolescenti o coloro che non sanno rendersi conto della gravità della scomunica, tutti questi, ogni qualvolta commettono delle mancanze, siano puniti con rigorosi digiuni o repressi con aspre battiture, perché si correggano.