Grazie al natale del Figlio di Dio, e alla luce della grazia brillata alla sua venuta, noi diventiamo la famiglia di Dio. E' con la gioia della concordia che ogni anno celebriamo questa nascita umile e già gloriosa, poiché già sono apparsi i segni della gloria di Cristo. E proprio di quella luce ci parla san Giovanni nella prima lettura. Noi conosciamo veramente Gesù Cristo se mettiamo in pratica i suoi comandamenti. Dimoriamo in lui se ci comportiamo come lui. Il suo comandamento, antico e nuovo insieme, è quello dell'amore del fratello. Chi ama vive in Cristo e abita nella sua luce. Chi odia è nelle tenebre. Il Natale è dunque tempo di pace di perdono e di amore. Che sempre regni pace, perdono ed amore intorno a noi.
Disse un anziano: "non chi denigra se stesso è umile, ma chi accetta con gioia insulti e ingiurie da parte del prossimo".
LO ZELO BUONO CHE I MONACI DEVONO AVERE Come c'è uno zelo amaro e maligno (cf. Gc 3,14) che separa da Dio e conduce all'inferno, così vi è uno zelo buono che separa dai vizi e conduce a Dio e alla vita eterna. Ed è appunto in questo zelo che i monaci devono esercitarsi con intensissimo amore; e cioè: si prevengano l'un l'altro nel rendersi onore (Rm 12,10); sopportino con somma pazienza le loro debolezze sia fisiche che morali; facciano a gara nell'obbedirsi a vicenda; nessuno ricerchi il proprio vantaggio ma piuttosto quello degli altri; coltivino l'uno per l'altro un casto amore fraterno; temano Dio nellamore;
amino il loro abate con sincera e umile carità; nulla assolutamente antepongano a Cristo, il quale ci conduca tutti insieme alla vita eterna. Amen.