Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
10 - 16 Luglio 2005
Tempo Ordinario XV, Colore verde
Lezionario: Ciclo A | Anno I, Salterio: sett. 3

Commento alle Letture

Sabato 16 luglio 2005

Alla ricerca del tempo perduto!

Le cose importanti vanno ricordate e celebrate: "Questa sarà una notte di veglia in onore del Signore per tutti gli Israeliti, di generazione in generazione" (v. 42). È solo nel memoriale (per ebrei e cristiani esso costituisce un punto fondamentale) che l'uomo religioso trova le sue radici e il senso del credere. Quando Israele celebrerà la Pasqua, rivivrà quel momento, non solo epico, ma soprattutto di profonda unità con Dio che guidava le schiere. Nel Vangelo Matteo, volendo mostrare che Gesù è il Messia, cita il profeta Isaia. Però tale messianicità di Cristo non si manifesta soltanto nel compimento dei testi scritturistici, ma soprattutto nella presenza risanante del Cristo. Egli, infatti, con la sua azione di guarigione vuole ricordare all'uomo che il tempo del Messia è quello in cui Dio ricostituirà la condizione primitiva, perduta a causa del primo uomo. Il cammino spirituale, lo abbiamo già fatto notare altre volte, è un cammino di purificazione che conduce gradualmente ad armonizzarsi con il creato. Se leggete qualche racconto agiografico dei primi secoli del cristianesimo o medievale, vi accorgerete come gli antichi avessero capito che la disarmonia del creato è dovuta al peccato, e quindi tutti i santi, lì ritratti, sono tali in quanto possono coabitare con le fiere, possono guarire e addirittura ridonare la vita. Attraverso il "memoriale" della Scrittura, tentiamo di leggere il mistero di Dio e il suo disegno, per poterci liberare dalle fiere che abitano in noi, e sentirci uomini e donne giustificati da un Dio che non vuole altro se non la nostra felicità.


Apoftegmi - Detti dei Padri

«Una parola non è possibile adesso – constata tristemente un padre del deserto. Quando i fratelli interrogavano gli anziani e facevano ciò che questi dicevano, Dio provvedeva per loro come dovevano parlare. Ma ora, poiché chiedono e non fanno ciò che odono, Dio ha tolto dagli anziani il dono della parola; e non sanno cosa dire, perché non vi è chi metta in pratica»


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALE DEVE ESSERE L'ABATE

Sappia pure l'abate che il padre di famiglia ascriverà a colpa del pastore quanto di minor bene avrà trovato nel suo gregge. Sarà scusato, il pastore, soltanto se avrà usato ogni diligenza verso un gregge turbolento e disobbediente e avrà applicato tutti i rimedi alla loro cattiva condotta; allora, assolto nel giudizio divino, potrà dire col profeta: «Non ho nascosto la tua giustizia in fondo al cuore, la tua fedeltà e la tua salvezza ho proclamato (Sal 39,11); ma essi mi hanno deriso e disprezzato» (Is 1,2 Volg.). E allora per le pecore ribelli alle sue cure ci sarà alla fine quale castigo la morte.

Cap.2,7-10.