Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
08 - 14 Maggio 2005
Tempo di Pasqua VII, Colore bianco
Lezionario: Ciclo A, Salterio: sett. 3

Commento alle Letture

Mercoledì 11 maggio 2005

Perché siano una cosa sola.

Dinanzi alla passione Gesù predice ai suoi che l'avrebbero lasciato solo. Aggiunge che essi stessi si sarebbero dispersi. S. Luca ci racconta dei due discepoli di Emmaus che hanno lasciato la propria comunità di Gerusalemme e vagano verso un villaggio distante sette miglia. La chiesa è ancora vittima di interiori lacerazioni vecchie e nuove e nella nostra società assistiamo spaventati al sempre più frequente fenomeno delle separazioni coniugali. Quanto è urgente quindi sentire ancora una volta l'accorata preghiera di Gesù per l'unità della chiesa, dei suoi ministri e discepoli di ogni epoca. L'unità nella chiesa è il segno visibile dell'amore che ci unisce nell'unico vero Dio. È allo stesso tempo la dimostrazione dell'efficacia della redenzione che ci ha riconciliati al Padre e tra di noi. Oltre che essere illuminati dalla stessa fede e animati dall'unico Spirito, noi siamo convocati anche all'unica mensa della Parola e del pane di vita. Sarebbe scandaloso e sacrilego quindi essere causa di divisione e fonte di dissidi dopo aver goduto di tanta grazia. Dopo essere stati consacrati nella verità. L'unità vissuta in Dio diventa motivo della nostra gioia perché così noi alimentiamo la speranza nei beni futuri, così godiamo della certezza di essere amati da Dio e capaci di amarci scambievolmente. Questo è il messaggio finale, l'auspicio e l'impegno che Gesù ha lasciato alla sua chiesa. Una grande immensa apertura che conduce al cuore stesso di Dio e nutre di linfa soprannaturale l'intera nostra umanità. Quello che Gesù chiede ed implora per noi è quanto noi come credenti, come chiesa dobbiamo annunciare e testimoniare per essere luce del mondo e sale della terra. Questa è la ragione per cui la liturgia ci fa ascoltare e meditare la preghiera di Gesù in prossimità della Pentecoste. Quello Spirito è la fonte dell'unità nell'amore.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Abba disse: Malvagità non caccia affatto malvagità; se uno ti ha fatto del male, tu fagli del bene, per distruggere la sua malvagità con le tue opere buone.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

COME DEVONO ESSERE ACCOLTI GLI OSPITI

Tutti gli ospiti che sopraggiungono siano accolti come Cristo, poiché egli dirà: «Ero forestiero e mi avete ospitato» (Mt 25,35). E a tutti si renda l'onore dovuto, soprattutto ai fratelli nella fede (Gal 6,10) e ai pellegrini. Non appena quindi viene annunziato un ospite, subito gli vadano incontro il superiore e i fratelli con tutte le premure suggerite dalla carità; prima si preghi insieme e poi ci si scambi il segno della pace. Questo bacio di pace appunto non sia mai dato prima di aver pregato insieme, per evitare le illusioni diaboliche. Nel modo stesso di salutare si dimostri la più grande umiltà verso tutti gli ospiti che arrivano o che partono: col capo chino o con tutto il corpo prostrato a terra si adori in essi Cristo, perché è lui che viene accolto.

Cap.53,1-7.