Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
17 - 23 Aprile 2005
Tempo di Pasqua IV, Colore bianco
Lezionario: Ciclo A, Salterio: sett. 4

Commento alle Letture

Venerdì 22 aprile 2005

La fede, via all'eternità

Dai versetti del vangelo di oggi traspare con forza tutti il sentimento di profonda tenerezza del nostro Redentore; la sua sollecitudine piena di amore per coloro che Egli lascerà e che forse saranno in balia del dubbio e del turbamento. Egli vuole consolarci. Molte volte Egli ci ha ripetuto non abbiate timore, non temere… Sempre la sua presenza comunica ai nostri cuori pace profonda. Egli ci dice: abbiate fede in me, e più avanti ci ripeterà "Io ho vinto il mondo (Gv 16,33)". La fede è la nostra forza, è il dono di Dio ai suoi figli, è la vita di grazia innestata in noi dal battesimo. La virtù della fede in Cristo ha la capacità di spostare le montagne dell'orgoglio e della sufficienza umana per far posto alla consapevolezza del nostro essere figli di Dio, ad un dialogo continuato di amore fiducioso con Lui, nostro Padre. Su questa terra, il nostro vero luogo di pace e completezza umana è nella fede in Gesù Cristo nostro tutto, cioè nostra Via, Verità e Vita. Se ora ci lasciamo trasformare da questa "logica" divina, saremo conseguentemente accolti nella Luce e nella Vita eterna. Il nostro "posto" sarà stato preparato da Chi "tutto guarda e tutto prende nelle sue mani", da chi indicandoci la via, l'ha vissuta e mirabilmente e ampiamente aperta per ciascuno di noi.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un fratello domandò a un anziano: «Che devo fare, Abba, per combattere i pensieri?». Egli rispose: «Prega il Signore, affinché gli occhi della tua anima vedano gli aiuti che Dio ti manda per proteggerti.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

Capitolo 43
QUELLI CHE GIUNGONO TARDI ALL'UFFICIO DIVINO O ALLA MENSA

Abbiamo creduto opportuno che questi tali rimangano all'ultimo posto o in disparte perché, vedendosi esposti allo sguardo di tutti, si correggano se non altro per la vergogna che ne provano. Infatti, se restassero fuori dell'oratorio, potrebbe darsi che qualcuno torni a coricarsi e a dormire oppure si metta seduto lì fuori e si perda in chiacchiere, dando così occasione al maligno; entri invece dentro, affinché per lo meno non perda tutto e si corregga per l'avvenire. Nelle Ore del giorno, chi non sarà ancora presente all'Opus Dei dopo il versetto e il Gloria del primo salmo che segue il versetto, se ne stia all'ultimo posto secondo la norma stabilita sopra, e non ardisca associarsi al coro dei fratelli che salmeggiano prima di aver fatto la penitenza, a meno che l'abate non glielo permetta per sua concessione; ma anche in tal caso il colpevole deve fare la penitenza.

Cap.43,7-12.