Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
20 - 26 Febbraio 2005
Tempo di Quaresima II, Colore viola
Lezionario: Ciclo A, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Mercoledì 23 febbraio 2005

Bere il calice per entrare nel Regno.

Sin dagli esordi della sua predicazione Gesù andava annunciando l'avvento del Regno. Appare evidente che molti non ne avevano compreso la natura e le caratteristiche. I più lo riducevano a dimensioni umane prevedendo logicamente un re, i suoi ministri, il potere e la gloria. È perciò comprensibile lo sbigottimento dei Dodici al sentire il loro Maestro parlare di condanna a morte, di flagellazione e addirittura di crocifissione e di morte. Egli aggiunge: "Ma il terzo giorno risusciterà". L'annuncio e la promessa finale della risurrezione non è sufficiente però a fugare e correggere le loro illusioni. Costatiamo ancora una volta che quando si profila l'ombra della croce, se la grazia non ci sostiene e lo Spirito non ci illumina, sgorga in noi istintivamente il rifiuto. È troppo lontano quel segno dai nostri sogni di gloria. La mente umana non riesce a comprendere che una liberazione totale, un riscatto dal male, un nuovo e definitivo patto di alleanza tra Dio e gli uomini, debba passare per la via oscura della morte e della croce. Ancora oggi quel segno di morte e di vittoria diventa motivo di fede e di speranza per molti, per altri però è motivo di scandalo, specie se lo si vuole giudicare solo con i limiti dello sguardo della ragione umana. Davvero i disegni di Dio trascendono ogni umana immaginazione: nessuno al mondo avrebbe potuto pensare che la redenzione si dovesse attuare mediante l'umiliazione del figlio di Dio nella incarnazione prima, e poi nella crudelissima passione e nella sua morte nell'ignominia della croce. Chi del resto avrebbe potuto misurare in anticipo l'immensità dell'amore di Dio e della sua misericordia senza limiti? Avremmo dovuto saper valutare prima la gravità del peccato e tutte le sue funeste conseguenze. La via della vera gloria ha ora un percorso completamente diverso: consiste nella sequela di Cristo, consiste nel bere il calice amaro del dolore e delle nostre umane passioni fino al martirio, fino alla croce, abbracciata come lui per amore. Chi vuole diventare grande dice più esplicitamente Gesù, contrariamente all'andazzo del mondo, "si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti". Questa dimensione dell'amore era completamente ignota prima di Cristo. Ora è motivo fondamentale della nostra fede e orientamento sicuro del nostro agire.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Come pregare?

«Alcuni chiesero al padre Macario: "Come dobbiamo pregare?". L'anziano rispose loro: "Non c'è bisogno di dire vane parole, ma di tendere le mani e dire: - Signore, come vuoi e come sai, abbi pietà di me. Quando sopraggiunge una tentazione, basta dire: - Signore, aiutami!. Poiché egli sa cosa è bene per noi e ci fa misericordia".

Macario l'Egiziano

Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'UMILTÀ

Il dodicesimo gradino dell'umiltà si sale quando il monaco non solo è umile nel suo cuore, ma anche nell'atteggiamento esteriore dà sempre prova di umiltà a chi lo osserva; e cioè: durante l'Ufficio divino, in chiesa, all'interno del monastero, nell'orto, per via, nei campi, dappertutto insomma, stando seduto o camminando o in piedi, tiene sempre il capo chino e lo sguardo fisso a terra; ritenendosi sempre colpevole per i suoi peccati e i suoi vizi e vedendosi già comparire di fronte al tremendo giudizio di Dio; e ripete continuamente in cuor suo ciò che, con gli occhi fissi a terra, diceva il pubblicano del vangelo: «Signore, non sono degno io peccatore di alzare gli occhi al cielo» (cf. Lc 18,13); e ancora col profeta: «Mi sono curvato e umiliato fino all'estremo» (Sal 37,9 Volg.).

Cap.7,62-66.