Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
09 - 15 Maggio 2004
Tempo di Pasqua V, Colore bianco
Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

Venerdì 14 maggio 2004

“Amatevi gli uni gli altri”.

«Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri». San Paolo afferma: "se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove". Cristo è la "novità", la sua persona, la sua storia, la sua dottrina, il suo comandamento sono nuovi. Egli stesso afferma: "non son venuto per abolire, ma per dare compimento". Il "tutto è compiuto" è stato solennemente scandito dall'alto della croce, mentre stava consumando l'estremo sacrificio. Per quella offerta è diventato possibile anche a noi l'amore senza confini e senza esclusioni. "L'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato". In virtù di quel riversamento ora Cristo ci comanda di amarci come egli stesso ci ha amati. L'adempimento del nuovo precetto sarà motivo di testimonianza e sarà la qualifica essenziale che ci rende realmente discepoli del Cristo. I primi cristiani così facevano opera di convinzione verso i pagani. "Guardate come si amano!" esclamavano i pagani di Roma e molti di loro passavano dall'ammirazione alla conversione al cristianesimo. Questo per noi è forse troppo spesso soltanto un ricordo nostalgico di tempi migliori che sono poi scemati nel tempo. Ai nostri giorni facciamo molta fatica a praticare il comandamento nuovo e forse proprio per questo la nostra chiesa è talvolta vista come vecchia e stanca. Per nostra fortuna non mancano i santi che al contrario hanno praticato in modo eroico tutte le virtù cristiane e particolarmente la virtù dell'amore a Dio e al prossimo. Dovremmo contagiare d'amore il mondo intero e ne avremmo tutta la forza se sapremmo attingerla da Cristo mediante i sacramenti. È il compito primario della chiesa e di tutti coloro che si professano cristiani. Ci sta capitando invece di subire noi il malefico influsso di un modo dominato dal terrorismo e dall'odio. Cristo ha accettato la croce per dare una svolta definitiva all'andazzo del mondo, ora sta a noi usufruire di quei preziosi frutti di grazia che sgorgano dalla sua croce e dal suo trionfo sul male e sulla morte.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Gli altri confratelli lodavano unanimemente un fratello in presenza dell'Abba Antonio; ma quando il vecchio lo ebbe messo alla prova, scoprì che non tollerava le offese. E il vecchio gli disse: Tu sei simile a un edificio, che, pur avendo una bella porta d'ingresso, tuttavia viene espugnato dai ladri per la porta di servizio.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

COME DEVONO ESSERE ACCOLTI GLI OSPITI

La cucina dell'abate e degli ospiti sia a parte, di modo che quando gli ospiti - che nel monastero non mancano mai - sopraggiungono a ore non previste, i fratelli non siano disturbati. E in questa cucina prestino servizio per un anno intero due fratelli che possano adempiere bene tale compito. Se c'è bisogno, si diano loro degli aiutanti perché servano senza mormorare; quando invece sono poco occupati, vadano a lavorare dove viene loro comandato. E questo non valga solo per costoro, ma in tutti gli uffici del monastero si usi questo criterio: che quando uno ha bisogno di aiuto, gli si dia; e quando invece è libero, obbedisca agli ordini ricevuti.

Cap.53,16-20.