Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
18 - 24 Aprile 2004
Tempo di Pasqua II, Colore bianco
Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Domenica 18 aprile 2004

Mio Signore e mio Dio!

E sii credente...L'evangelista Giovanni, con rara efficacia, riesce a mostrarci, ricorrendo alla descrizione degli elementi esteriori, le situazioni interiori delle persone: nella pericope odierna prevalgono inizialmente le tenebre, il buio della notte, le porte chiuse, il timore dei giudei. Noi leggiamo il tutto anche in senso traslato e spirituale. Scopriamo il buio dei cuori, le chiusure degli animi e il persistere della paura. Sono questi sentimenti che ci accomunano agli apostoli e coincidono quasi sempre con l'assenza di Cristo o preludono ad un suo consolante intervento. Quante volte costatiamo che egli si inserisce dentro le nostre storie, dentro il nostro buio per diventare la nostra luce, darci il suo conforto. Mostra le sua mani trapassate dai chiodi, il suo costato squarciato dalla lancia per sollecitarci a comprendere il recondito valore che egli ha voluto dare alla sofferenza in tutte le sue manifestazioni e come anche le nostre, se unite alle sue, diventano motivo di redenzione e di salvezza. Egli l'ha sperimentato sulla sua carne, ha sperimentato anche il buio del sepolcro, ma proprio per quei patimenti ora può dire con efficacia: "Pace a voi!" e infondere coraggio ai suoi che sono al buio e spauriti. Per il sacrificio offerto al Padre, ora può alitare amore sugli Apostoli e dare loro il mandato di assolvere e perdonare, un amore da trasfondere con il sacramento della riconciliazione. Tommaso non crede alla testimonianza dei suoi compagni. Egli desidera una testimonianza più forte, vuole toccare con mano i segni della passione sul corpo del suo Signore, vuole attraverso quei segni sorbire l'amore per credere e amare. Gesù soddisfa il suo desiderio e gode della risposta dell'Apostolo incredulo: "Signore mio e Dio mio". Soltanto da Tommaso ascoltiamo una simile espressione così turgida di fede e di amore. Il Signore si rivolge poi a noi definendoci beati se siamo capaci di credere non con la visione della carne, ma solo con lo sguardo della fede.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un anziano che abitava in Egitto diceva sempre: «Non c'è strada più breve che quella dell'umiltà».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

IN QUALI ORE I FRATELLI DEVONO PRENDERE I PASTI

Dal 14 settembre sino all'inizio della Quaresima il pasto sarà sempre a nona. In Quaresima poi fino a Pasqua sarà a vespro; nel qual caso l'ora dei Vespri sia regolata in modo tale che i fratelli mentre mangiano non abbiano bisogno della lucerna, ma si svolga tutto quando è ancora giorno. Così pure in ogni stagione, l'ora della cena o dell'unica refezione sia regolata in modo che tutto si faccia con la luce del giorno.

Cap.41,6-9.