Prima ancora che il Verbo si umiliasse nella carne per venire ad abitare in mezzo, lo stesso Dio, pur di riprendere un dialogo con noi, è ricorso alla parola per comunicarci le sue verità e convincerci del suo immutato amore. La parola di Dio sin dal principio doveva costituire il documento base e la via del ritorno a Lui, per tutta l'umanità, ma si è calata purtroppo in cuori di pietra e in un uomo dalla dura cervice. Ecco perché poi la Parola, il Verbo, si è fatto carne. Cristo si affida ancora alla parola, affascina i suoi uditori, comanda ai demoni di uscire dall'uomo, richiama alla vita i morti, annuncia le grandi verità di cui l'uomo si è colpevolmente privato. Perfino i più scettici sono costretti dall'evidenza a testimoniare: «Mai un uomo ha parlato come parla quest'uomo!». Altri dopo averlo ascoltato anche una sola volta: "Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità". Una categoria di persone, gli scribi e i farisei, si opponeva sistematicamente e ostinatamente alle parole di Cristo e arrivava a contestare, con subdoli e meschini raggiri, le sue azioni, anche quando evidentemente venivano poste a favore dei più bisognosi nel corpo e nello spirito. Nel vangelo di oggi c'è una contrapposizione netta tra l'agire di Gesù, che scaccia un demonio muto, per ridare il dono della parola al malcapitato e le parole di alcuni dei testimoni e astanti, che malignano terribilmente sul suo operato: «È in nome di Beelzebùl, capo dei demoni, che egli scaccia i demoni». "Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo". C'è tanto veleno in queste parole, c'è la pretesa di giudicare il Signore, di stravolgere malignamente il significato delle sue azioni, c'è poi la pretesa di un segno dal cielo e la sfida aperta alla potenza di Dio. Crolla anche la logica più elementare in coloro che hanno la malvagità nel cuore. Egli però, e Gesù in perfetta sintonia con Lui, non danno spettacolo, non accettano sfide, porgono la verità, agiscono solo per amore, ci liberano dal male. Si attendono legittimamente una libera adesione perché si comprenda che: "Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde".
Un anziano disse: «Se vuoi vivere, o uomo, secondo la legge di Dio, avrai per protettore l'autore stesso di quella legge».
RIVERENZA NELLA PREGHIERA Se, quando vogliamo presentare qualche richiesta ai potenti, non osiamo farlo se non con umiltà e rispetto, quanto più al Signore Dio dell'universo dobbiamo rivolgere le nostre suppliche in tutta umiltà e purezza di devozione! E noi sappiamo che saremo esauditi non per le molte parole, ma per la purezza del cuore e le lacrime di compunzione. Perciò la preghiera deve essere breve e pura, a meno che non venga prolungata per il fervore ispirato dalla grazia divina. Ma lorazione che si fa in comune sia assolutamente breve e, dato il segnale dal superiore, si alzino tutti insieme.