Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
14 - 20 Dicembre 2003
Tempo di Avvento III, Colore rosa
Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 3

Commento alle Letture

Martedì 16 dicembre 2003

La volontà del Padre!

Fatti e non parole! È facile infatti proclamare verità, predicare il vangelo, proporre agli altri determinati comportamenti, ciò che conta e agire e testimoniare con le opere quanto si afferma con la voce. La parabola che Gesù ci propone è quanto mai eloquente: può capitare a chiunque di dare un momentaneo ed istintivo diniego dinanzi ad un impegno che ci viene chiesto; può anche capitare al contrario, di dare con la stessa spontaneità un verbale assenso, ciò che però determina il valore della nostra scelta e della nostra azione sgorga dall'adesione reale alla volontà di colui che ha chiesto il nostro impegno. Lo stesso Signore categoricamente afferma: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli". Lo stesso Gesù, parlando della sua missione diceva: "Non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato". Dinanzi alla passione, mentre suda sangue nell'orto del Getsemani dice: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà».Quando ci ha insegnato a pregare ci fa dire al Padre nostro: "Sia fatta la tua volontà". Quindi fare la volontà di Dio, a noi manifestata dallo stesso Cristo, è l'impegno primario di ogni cristiano, è il motivo principale della nostra preghiera, è la via per la nostra santificazione.


Si conclude la prima parte del Tempo di Avvento, detta "escatologica". Da domani inizia la seconda parte che ha lo scopo di prepararci bene al Santo Natale.

Apoftegmi - Detti dei Padri

Il padre Elia disse: "Io ho timore di tre cose: di quando l'anima uscirà dal corpo, di quando mi incontrerò con Dio, di quando la sentenza sarà profferita su di me".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

IL PRIORE DEL MONASTERO

Capita abbastanza spesso purtroppo che per la nomina del priore nascano nel monastero gravi scandali. Ci sono infatti alcuni che, gonfi del malvagio spirito di superbia, si considerano come un secondo abate e, arrogandosi un potere assoluto, provocano scandali e divisioni nella comunità; e questo succede soprattutto in quei luoghi dove il priore viene designato dallo stesso vescovo o dagli stessi abati che hanno stabilito in carica l'abate. Quanto ciò sia assurdo è facile capirlo, perché così si dà al priore motivo per insuperbirsi già dall'inizio della sua carica; difatti i suoi pensieri gli insinueranno che egli è indipendente dall'autorità del suo abate, dal momento che anche lui è stato stabilito in carica da quelli stessi che hanno stabilito l'abate.

Cap.65,1-6.