Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
16 - 22 Novembre 2003
Tempo Ordinario XXXIII, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno I, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

Mercoledì 19 novembre 2003

I talenti: oltre i calcoli umani.

Siamo i depositari dei beni di Dio. Egli ci ha colmato di doni, primo fra tutti quello prezioso della libertà. "Grandi cose ha fatto il Signore per noi!", esclamavano, colmi di riconoscenza, gli antichi cantori. I talenti o le mine di cui parla il vangelo di oggi, questo ci ricorda e ci ammonisce che dobbiamo sentire impellente il dovere di far fruttificare con tutta la nostra vita i doni ricevuti. Un albero sterile, un tralcio che si priva della linfa dalla vite, è inevitabilmente condannato ad essiccare, ad essere tagliato e gettato nel fuoco. La fedeltà a questo sacrosanto impegno non può mai venir meno, neanche quando ci pare che colui che ce lo ha elargito gratuitamente i doni è lontano da noi. Non dovremmo mai dimenticare che saremmo sottoposti ad un giudizio. Non ci giustifica neanche la paura di perderli perché i doni di Dio di loro natura sono sempre fecondi. Dipende soltanto da noi far sì che si moltiplichino per la gloria di Dio, per la nostra personale santificazione e per il bene del nostro prossimo. Questa è la via che sconvolge poi i nostri calcoli e ci stupisce: tutto ciò che non viene fatto fruttificare viene dato a chi ha operato giustamente e ha moltiplicato le dieci mine e ciò affinché anche quella mina inutilizzata perché riposta nel fazzoletto, possa essere resa fruttuosa. I beni di Dio non sono destinati esclusivamente a noi debbono essere sparsi come un buon seme che porta molto frutto.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un fratello chiese ad un anziano: Ci sono due fratelli, dei quali uno medita nella sua cella, protraendo il digiuno per sei giorni e imponendosi molte sofferenze, l'altro si dedica agli ammalati. Quale dei due compie l'azione più gradita a Dio? Il vecchio rispose: Anche se quel fratello che digiuna per sei giorni si appendesse per il naso, non potrebbe essere all'altezza di quello che si dedica agli infermi.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

LA MENSA DELL'ABATE

La mensa dell'abate sia sempre con gli ospiti e i pellegrini. Quando poi ci sono pochi ospiti, egli potrà convocare alla sua mensa qualcuno dei fratelli a sua scelta. Bisogna però che uno o due anziani restino sempre con i fratelli per la disciplina.

Cap.56,1-3.