E' una frase molto nota di Gesù. In essa troviamo un doppio invito: il primo è presente esplicitamente nel Vangelo ed il secondo nasce da una considerazione immediata. Vi è subito l'invito alla preghiera, perché gli operai possano aumentare. Il secondo invito è nel considerarci, tutti operai della stessa vigna e lavoratori per lo stesso Padrone. Ognuno di noi ha il suo compito preciso: come nel Vangelo troviamo la distinzione tra i dodici e i settantadue; questa è un'esortazione alla nostra responsabilità personale e sia l'impegno a collaborare tutti insieme. La Chiesa voluta da Cristo ha sempre questo duplice aspetto: personale e comunitario; perché tutti si sentano realizzati quando si trovano in comunione con gli altri cristiani. L'impegno nella preghiera, soprattutto durante la celebrazione eucaristica, ha sempre questa duplice valenza. In questa pagina del Vangelo abbiamo altri binomi che non sono contrapposizioni ma spunti alla complementarietà; cosi alla Chiesa dei Dodici, gerarchica ed ufficiale, vi è la Chiesa dei Settantadue, dove tutti sono impegnati; l'impegno concreto quotidiano è un Padrone che non è di questo mondo: ed ecco che nella nostra quotidianità dobbiamo trovare il germe dell'infinito al quale tutti siamo chiamati. E' qui proprio l'annuncio che Gesù chiede ai suoi collaboratori e nella loro missione di aiuto concreto verso i bisognosi e gli ammalati. Il loro compito non è legato alla sola cura temporale, ma essi devono sempre avere lo sguardo proiettato verso un infinito che trascende da questo mondo. E' qui anche il nostro impegno vero e concreto ma che reca sempre la luce ed i doni che Cristo ci trasmette con la sua Chiesa.
L'abate Agatone dava sovente questo consiglio al suo discepolo: Non appropriarti mai di un oggetto che non vorresti cedere immediatamente a chiunque.
GLI ATTREZZI E GLI ALTRI OGGETTI DEL MONASTERO Per tutto quanto il monastero possiede in attrezzi o vestiario o altri oggetti di vario genere, l'abate scelga dei fratelli su cui possa fare affidamento per la loro vita e i loro costumi e a suo giudizio consegni a ciascuno le singole cose perché le tengano in ordine e le raccolgano. E di tutto l'abate tenga un inventario, perché quando i fratelli si avvicendano nell'incarico, sappia quello che dà e quello che riceve. Se poi uno tratta con poca pulizia o con negligenza gli oggetti del monastero, sia ripreso; e, se non si corregge, sia sottoposto alla disciplina regolare.