Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
28 Settembre - 04 Ottobre 2003
Tempo Ordinario XXVI, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno I, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Martedì 30 settembre 2003

Il volto di Gesù si volge a Gerusalemme

Il brano odierno è l'inizio dell'ultima parte della missione di Gesù. Egli si volge decisamente verso Gerusalemme. Egli è conscio che ciò lo avrebbe portato inevitabilmente, per la durezza dei cuori degli scribi e dei farisei, alla morte. E' il momento cruciale ed Egli si dimostra ancora il Maestro. Non indietreggia verso le sue responsabilità; sa che andrà incontro ad incomprensioni ed odi; ciò però non lo indebolisce moralmente. Continua la sua missione e manda avanti i suoi discepoli. Li esorta, li ammonisce e li rimprovera, dimostrando la coerenza del suo messaggio di amore. La vita cristiana, per essere vissuta in pieno può costare sacrifici ma Gesù ci chiede oggi di non scendere a compromessi con la nostra coscienza. La cattiveria altrui non può essere a giustificazioni di nostre scelte sbagliate. La nostra testimonianza dovrebbe essere sempre coerente anche in situazioni umane difficili. Il viaggio di Gesù a Gerusalemme è il nostro pellegrinaggio che se può portare anche al dolore del Calvario avrà comunque, in Cristo, la gloria della Risurrezione finale. La sincerità della nostra vita non dovrebbe essere sminuita dalle varie difficoltà che possiamo incontrare. Il Volto di Cristo deve illuminare i nostri volti perché la nostra vita sia veramente purificata. Seguire Gesù nel suo viaggio è il segno della nostra profonda conversione personale e la necessità di aderire personalmente al messaggio di salvezza che ci propone Gesù stesso.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un novizio volle un giorno rinunciare al mondo. Disse all'anziano: "Voglio diventare monaco". L'anziano rispose: "Non ce la farai". L'altro disse: "Ce la farò". L'anziano disse: "Se realmente lo vuoi, va', rinuncia al mondo, poi vieni ad abitare nella tua cella. Egli se ne andò, donò ciò che possedeva, tenne per sé cento monete e tornò dall'anziano. L'anziano gli disse: «Va' ad abitare nella tua cella». Andò ad abitarvi. Mentre era là i suoi pensieri gli dissero: «La porta è vecchia e deve essere sostituita». Andò dunque a dire all'anziano: «I miei pensieri mi dicono: La porta è vecchia e deve essere sostituita». L'anziano gli rispose: «Tu non hai ancora rinunciato al mondo; va', rinuncia al mondo, e poi abita qui». Se ne andò, donò novanta monete, ne tenne dieci e disse all'anziano: «Ecco, ho rinunciato al mondo». L'anziano gli disse: «Va', abita nella tua cella». Andò ad abitarvi. Mentre era là i suoi pensieri gli dissero: «Il tetto è vecchio e deve essere rifatto». Andò dall'anziano: «I miei pensieri mi dicono: Il tetto è vecchio e deve essere rifatto». L'anziano gli disse: «Va', rinuncia al mondo». Il fratello se ne andò, donò le dieci monete e tornò dall'anziano: «Ecco che ho rinunciato al mondo». Mentre era nella sua cella i suoi pensieri gli dissero: «Ecco, tutto è vecchio, verrà il leone e mi mangerà». Espose i suoi pensieri all'anziano che gli disse: «Vorrei che tutto cadesse su di me e che il leone venisse a mangiarmi, per essere liberato dalla vita. Va', dimora nella tua cella e prega Dio».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALE DEVE ESSERE IL CELLERARIO DEL MONASTERO

Tutti gli oggetti e tutti i beni del monastero li consideri come i vasi sacri dell'altare; e non ritenga nulla di poco conto. Non si lasci dominare dall'avarizia e neppure sia prodigo o sperperatore dei beni del monastero, ma faccia tutto con misura e secondo le direttive dell'abate. Soprattutto sia umile e a chi non può procurare la cosa richiesta dia una buona parola di risposta, come sta scritto: «Una buona parola vale più di ogni dono prezioso» (Sir 18,16-17). Tenga sotto la sua cura soltanto ciò che l'abate gli avrà affidato; non ardisca invece ingerirsi in ciò da cui l'abate lo avrà escluso. 1La quantità di cibo stabilita la serva ai fratelli senza alcuna arroganza e senza ritardi per non scandalizzarli, ricordando che cosa meriti, secondo la parola del Signore, chi scandalizza uno dei piccoli (Mt 18,6).

Cap.31,10-16.