Gesù, nel brano di oggi stimola la fede dei discepoli. Egli pone due domande. La prima è preparatoria per la seconda che è più difficile e più importante: "Ma voi chi dite che io sia?"
E' una domanda impegnativa che sgorga direttamente dal Vangelo e si rivolge a noi. Non vuole essere un indice di condanna per noi; ma piuttosto lo spunto per meditare a fondo sulla nostra vita, o perlomeno su qualche aspetto di essa che non è ancora illuminato a sufficienza dalla potenza della Parola di Dio. Così, seppure potrebbe essere importante sottolineare il valore teologico della risposta di San Pietro, capo della prima comunità, interroghiamoci anche noi sulla figura di Gesù. Non cerchiamo le risposte dai libri o dai trattati di dogmatica ma inseriamolo nella nostra vita vissuta. Chi è allora Gesù? Ne è un protagonista? O lo abbiamo relegato in un angolo, da risvegliare di tanto in tanto? Possiamo rispondere con sincerità a questa domanda o ci sentiamo imbarazzati perché non abbiamo il coraggio di coinvolgerci totalmente nel suo messaggio di amore?
Un anziano disse: «Se l'uomo fa la volontà del Signore, non finisce mai di udire la voce interiore».
QUELLI CHE PIÙ VOLTE RIPRESI NON VOGLIONO CORREGGERSI Se un fratello, ripreso più volte per una qualsiasi colpa, se anche scomunicato, neppure così si sarà corretto, si usi con lui una punizione più severa, cioè lo si sottoponga al castigo delle battiture. Ma se nemmeno così si vorrà emendare, anzi levatosi in superbia - che non sia mai! - oserà addirittura difendere la sua condotta, allora l'abate agisca come un medico esperto: se ha adoperato i lenitivi, gli unguenti delle esortazioni, i farmaci delle divine Scritture e infine le bruciature della scomunica o delle piaghe delle verghe, e costata ormai che a nulla approdano le sue industrie, faccia ricorso - ciò che vale di più - alla preghiera sua e di tutti i monaci, affinché il Signore, a cui tutto è possibile, operi la guarigione del fratello infermo. Ma se neppure così quegli guarirà, allora l'abate usi senz'altro il ferro dell'amputazione, come dice l'apostolo: «Togliete il malvagio di mezzo a voi» (1 Cor 5,13); e ancora: «Se l'infedele vuole andarsene, se ne vada» (1 Cor 7,15), perché una pecora infetta non contagi tutto il gregge.