Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
14 - 20 Settembre 2003
Tempo Ordinario XXIV, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno I, Salterio: sett. 4

Commento alle Letture

Venerdì 19 settembre 2003

Gesù se ne andava per le città ed i villaggi

Un breve brano evangelico; è una introduzione però efficace del modo di operare di Gesù, prima di compiere il viaggio che lo porterà a Gerusalemme. Egli va di città in città, di villaggio in villaggio a predicare la Buona Novella. E' l'Evangelo, l'antica speranza che si redazza in Cristo e nella sua persona. Egli non è solo a compiere ciò; la sua natura divina gli avrebbe permesso di evitare l'aiuto umano. E' l'insegnamento per oggi: Egli vuole sempre la nostra collaborazione. E' attorniato da un gruppo numeroso e vario di persone; tutte attratte dalla sua figure e desiderose di far parte del suo messaggio di speranza e di amore. Vi sono, per prima gli apostoli; protagonisti di una chiamata particolare che li impegna in un ruolo specifico. Vi sono però uomini e donne di varia estrazione sociale. C'è chi ha vissuto nella semplicità la sua fede in Dio; che aveva ruoli pubblici importanti; chi si è convertito perché ha avuto delle grazie speciali; chi è stato guarito nel corpo e nell'anima. Che valore ha questa nota storica? Significa semplicemente sottolineare come Gesù coinvolga da subito tutti? In esso possiamo leggere una utile indicazione anche per noi. E' tutta l'umanità simbolicamente deve essere partecipe allo stesso piano di salvezza. Nessuno si deve sentire escluso. La vita quotidiana deve chiamarci a questa responsabilità di chi vede in Gesù l'unico riferimento sicuro e l'unica giuda che possa illuminare la nostra vita.


Apoftegmi - Detti dei Padri

L'abate Iperechio ha detto: «Abbi sempre nello spirito il Regno dei Cieli, e presto l'avrai in eredità».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

COME DEVONO DORMIRE I MONACI

Ciascuno dorma in un letto a sé. L'arredamento del letto lo ricevano ognuno secondo il grado di fervore di vita monastica, a giudizio dell'abate. Se sarà possibile, dormano tutti in uno stesso locale; se invece il numero rilevante non lo permette, dormano a gruppi di dieci o di venti insieme ai loro decani che vigilino su di loro. Nel dormitorio rimanga sempre accesa una lucerna fino al mattino. I monaci dormano vestiti e con i fianchi cinti di semplici corde o funicelle, in modo da non avere a lato i propri coltelli, perché non abbiano a ferirsi inavvertitamente durante il sonno, e in modo da essere sempre pronti, cosicché appena dato il segnale si alzino senza indugio e si affrettino a prevenirsi l'un l'altro all'Opus Dei, sempre però in tutta gravità e modestia. I fratelli più giovani non abbiano i letti l'uno vicino all'altro, ma alternati con quelli degli anziani. Quando poi si alzano per l'Opus Dei si esortino a vicenda delicatamente, per togliere ogni scusa ai sonnolenti.

Cap.22,1-8.