Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
22 - 28 Giugno 2003
Tempo Ordinario XII, Colore verde
Lezionario: Ciclo B | Anno I, Salterio: sett. 4

Commento alle Letture

Mercoledì 25 giugno 2003

L'albero e i frutti.

Con l'immagine dell'albero e dei frutti Gesù parla della vita e delle opere di ciascuno di noi. Ci offre un criterio inequivocabile per discernere i buoni dai falsi profeti: "Dalle loro opere li potrete riconoscere". Anche i latini che non erano santi, ma spesso saggi, solevano ripetere che le parole volano e i fatti rimangono. Nel corso della storia fino ai nostri giorni sono stati e sono ancora numerosi i ciarlatani e i millantatori. Purtroppo i venditori di fumo trovano sempre un certo numero di adepti o meglio di vittime. Le testimonianze più evidenti dei nostri giorni sono i cosiddetti venditori telematici, i quali a spese di ingenui creduloni hanno accumulato ingenti guadagni. Godono di una vasta clientela anche la schiera dei maghi e degli indovini e dei sedicenti guaritori. Non sono meno fortunati i banditori di nuove dottrine, i capo setta e i falsi profeti di ogni genere. Si aggrava ulteriormente la situazione quando si spacciano da profeti e da guide spirituali individui che cercano il proprio tornaconto e non il vero bene delle anime. Lo stesso Gesù li addita come mercenari o come camuffati da pecora mentre dentro sono lupi rapaci. C'è dato di poter fare su questa scia un'umiliante constatazione: il basso livello di istruzione e ancor più grave la debolezza della fede e dello scarso senso di appartenenza alla propria chiesa. L'inganno alligna di preferenza dove trova alberi senza radici e senza frutti. Sicuramente non trova accoglienza quando la fede e ben radicata e la vita è vissuta in piena coerenza.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Disse: "quanto più gli atleti fanno progressi, tanto più è forte l'avversario che attacca".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

IN MONASTERO NESSUNO ARDISCA DIFENDERE UN ALTRO

Bisogna assolutamente evitare che nel monastero un monaco ardisca difendere un altro o quasi proteggerlo per qualsiasi motivo, anche se fossero uniti da un qualche vincolo di parentela. In nessun modo i monaci osino far questo, perché ne può nascere gravissima occasione di scandalo. Chi trasgredisce questa norma, sia punito molto severamente.

Cap.69,1-4.