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Un giorno abba Isacco il Tebano si recò in un monastero e, vedendo un fratello peccare, lo condannò. Partito per il deserto, gli si fece innanzi un angelo del Signore che si fermò davanti alla porta della sua cella e gli disse: "Non ti lascio entrare". Quello lo pregava: "Ma perché mai?". L'angelo gli rispose: "Mi ha inviato Dio dicendo: 'Digli: Dove ordini che io getti il fratello che è caduto e che tu hai giudicato?"'. Subito l'anziano si pentì e disse: "Ho peccato, perdonami". E l'angelo disse: "Alzati, Dio ti ha perdonato. Guardati d'ora in poi dal giudicare qualcuno, prima che l'abbia giudicato Dio".
QUELLI CHE SBAGLIANO IN CORO Se qualcuno nel recitare salmo, responsorio, antifona o lettura commette uno sbaglio e non si umilia subito lì davanti a tutti con una pubblica soddisfazione, sia sottoposto a più grave castigo, perché non ha voluto riparare con un atto d'umiltà l'errore dovuto alla sua negligenza. I fanciulli invece, per mancanze di questo genere, siano battuti.