"Nulla è impossibile a Dio": egli è l'onnipotente, il suo stesso pensiero è in sé creativo. A chi agisce nel suo nome viene dato il potere di compiere le sue stesse opere. Egli ha promesso: "In verità, in verità vi dico: chi crede in me farà anch'egli le opere che io faccio; anzi ne farà di più grandi di queste, perché io vado al Padre ". In questo contesto comprendiamo la delusione e l'amarezza di Gesù sentendo dire da un padre che implora la guarigione del figlio epilettico: "L'ho portato dai tuoi discepoli, ma non hanno potuto guarirlo". Deve costatare di avere a che fare con una generazione incredula e perversa e con discepoli ai quali deve dire di non aver potuto scacciare quel demonio: "Per la vostra poca fede". È significativo che Gesù non chiede ai suoi e a noi una fede eroica, ma ci dice semplicemente: «Se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: "Spòstati da qui a là", ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile». Dobbiamo ricordarci però che i doni di Dio, la fede è sicuramente uno dei più importanti, sono conservati in vasi di argilla e sono simili alle lampade delle vergini che attendono l'arrivo dello sposo nel cuore della notte: devono essere opportunamente alimentate e con prudenza bisogna conservare sempre una scorta di olio. Ciò significa concretamente: la pratica della vita cristiana, la frequenza ai sacramenti, le opere buone, la carità fraterna. Mosè nella prima lettura di oggi ci ricorda i precetti da vivere ed insegnare: "Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti dò, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai". Così quel granellino di fede potrà germogliare anche in ciascuno di noi, diventando pianta immensa, sulla quale i nostri figli costruiranno le proprie case, non sulla sabbia ma su un tronco forte e robusto.
Discernimento «Un anziano disse: "Non fare niente prima di aver esaminato il tuo cuore per vedere se ciò che stai per fare è secondo Dio"».
L'UMILTÀ Il primo gradino dell'umiltà si sale quando, avendo sempre davanti agli occhi il timor di Dio, si fugge nel modo più assoluto la dimenticanza; ci si ricorda sempre di tutti i comandamenti di Dio e si medita continuamente nel proprio cuore come cadano nella geenna per i loro peccati quelli che disprezzano Dio e come la vita eterna sia preparata per quelli che lo temono; e, guardandosi ogni momento dai peccati e dai vizi di ogni genere, cioè dei pensieri, della lingua, degli occhi, delle mani, dei piedi, della volontà propria, nonché dai desideri della carne, ci si affretti ad amputarli.