Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
19 - 25 Maggio 2013
Tempo Ordinario VII, Colore verde
Lezionario: Ciclo C | Anno I, Salterio: sett. 3

Commento alle Letture

Venerdì 24 maggio 2013

L’uomo non separi ciò che Dio unisce.

È frutto della divina sapienza, della potenza infinita del creatore e Signore l’ordine che regola l’universo, gli uomini e le cose. Sin dal principio, creando l’uomo a sua immagine e somiglianza, creando l’uomo e la donna, diversi ma complementari, li ha resi capaci di amore e fecondi per la vita. Li ha voluto coinvolgere direttamente nell’opera della creazione e della conservazione della specie. Una missione dei due che implica l’unione intima e completa di anima e di corpo al punto di diventare Uno Inscindibile per essere in grado non solo di procreare, ma di educare alla fede e alla vita. Sappiamo che tale perfezione è minata da sempre dagli umani egoismi e da tutte le fragilità che accompagnano la vita di coppia. Per questo Gesù ha voluto rafforzare tale unione, già di per se sacra, con la forza del sacramento, la grazia che consente agli sposi di vivere per tutta la vita la reciproca fedeltà. Per questo Gesù può riaffermare il progetto divino e correggere quanto Mosè aveva stabilito per la durezza del loro cuore. C’è un presupposto indispensabile ed inderogabile, che sia cioè Dio a unire e non altre umane e superficiali valutazioni. S. Paolo spiegava opportunamente ai primi cristiani: “Chi semina nella sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna” e altrove aggiunge: “Ciò che viene dalla carne è carne; ciò che viene dallo spirito è spirito”. È opportuno chiedersi quanti matrimoni ai nostri giorni sono celebrati nella fede vera in Dio e in Gesù, garante delle nostre promesse. Una opportuna indagine ci aiuterebbe a capire le cause principali del dilagare delle separazioni, dei divorzi. Dei clamorosi fallimenti dell’amore, amore vinto dall’umana debolezza.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Uno degli anziani disse: Proprio come l'ape, dovunque vada, fa il miele, così il monaco, dovunque vada, se va a fare la volontà di Dio produce sempre la dolcezza delle opere buone.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

NORME PER L'ACCETTAZIONE DEI FRATELLI

Se egli promette di perseverare nella sua stabilità, dopo due mesi gli si legga di seguito questa Regola e gli si dica: «Ecco la legge sotto la quale tu vuoi militare: se puoi osservarla, entra; se non puoi, va' pure via liberamente». Se rimane fermo nella sua decisione, lo si riconduca nel suddetto locale del noviziato e di nuovo sia messa alla prova in tutto la sua pazienza. Passati sei mesi, gli si rilegga la Regola, affinché sappia che cosa abbraccia. E se ancora persevera, dopo altri quattro mesi gli si rilegga di nuovo la Regola.

Cap.58,9-13.