Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Martedì 29 novembre 2022

Io ti rendo lode, o Padre

Come sarebbe bello pensare che il tempo d’avvento voglia innanzitutto cambiarci il modo con cui contempliamo la nascita di Gesù. Infatti solo “i piccoli” come emerge nella preghiera di Gesù del brano di oggi, hanno la possibilità di ricevere la rivelazione da parte del Padre. Prega Gesù dicendo: “Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto”. Invero, chi si fa piccolo, vive la sua vita completamente affidandosi al Signore e non in ricerca di cose grandi superiori alle proprie forze come dice il Salmista. Il piccolo non privilegia i propri ragionamenti all’ascolto di Dio che gli parla invece chi è superbo, il Signore gli nasconde la Sua voce perché nel cuore dei superbi non c’è spazio per Dio. Il tempo d’avvento per noi diventa così il tempo in cui bisognerebbe imparare a essere umile. Basta pensare alle condizioni nelle quali Gesù è venuto nella storia umana, si è abbassato, facendosi umile fino a nascere nelle condizioni più disperate, così ognuno di noi dovrebbe liberarsi dal proprio orgoglio e dalla propria superbia e lasciarsi toccare dalla Grazia soprannaturale. Non dobbiamo dimenticarci che la fede è un dono non una conquista umana, solo chi si fa umile può riceverla. Infatti dice Gesù: “Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare”. Ma anche oggi ci riteniamo fortunati perché Dio si è già rivelato a noi mediante suo figlio prediletto, che si è fatto uomo per fare strada con noi. Ecco perché ci dice con ragione nel brano di oggi: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l’udirono».


Apoftegmi - Detti dei Padri

Abba Epifanio diceva: "La cananea grida forte ed è esaudita, l'emoroissa tace e viene detta beata, il fariseo grida ed è condannato, il pubblicano non apre nemmeno la bocca ed è esaudito".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I SACERDOTI CHE VOLESSERO EVENTUALMENTE ENTRARE IN MONASTERO

Se qualcuno dell'ordine sacerdotale chiede di essere accolto in monastero, non si acconsenta troppo presto. Tuttavia, se persiste con insistenza nella sua domanda, gli si faccia capire che dovrà osservare in tutto la disciplina della Regola e che non gli si farà alcuna concessione, in modo che valga per lui ciò che è scritto: «Amico, che sei venuto a fare?» (Mt 26,50 Volg.). Gli si permetta nondimeno di prendere posto dopo l'abate, di dare la benedizione e di celebrare la Messa, sempre che l'abate glielo consenta; altrimenti non pretenda nulla in alcun modo, sapendo di essere soggetto alla disciplina regolare; dia piuttosto a tutti esempio di umiltà.


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