Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Martedì 29 marzo 2022

Non è per caso che preferiamo rimanere così?

“Gesù vedendolo disteso e, sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: «Vuoi guarire?»”. Questa domanda di Gesù sembra fuori posto in quella calca di gente sofferente. Chi non vorrebbe guarire dalla sua malattia? Ciò nonostante non è una domanda banale perché potrebbe capitarci di abituarci a ciò che ci fa soffrire, non solo malattia ma abituarci alle situazioni, dipendenze, peccati… da non riuscire più a desiderare un cambiamento. Appunto come quest uomo del vangelo di oggi, chi invece di dare una risposta chiara e precisa si mise a sprecare parole vuote, mentre gli sta davanti colui che dà la vita. In fondo cambiare sembra turbare quello che forse quest’uomo con fatica si era costruito proprio a partire da quella sofferenza. Gesù ha bisogno di guarire innanzitutto in quell’uomo un autentico desiderio di guarigione. Ma proprio per questo quell’uomo più che rispondere semplicemente di sì, gli elenca tutti i validi motivi per cui non vale nemmeno la pena desiderare: “Gli rispose il malato: «Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me»”. Ci sono sempre colpevoli e giustificazioni al perché siamo infelici e intrappolati. Ma siamo davvero convinti che questa cosa sia la cosa più importante? Gesù non pone delle condizioni per la sua guarigione, chiede solo il desiderio autentico di volerlo veramente. “Gesù gli disse: «Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina». E sull'istante quell'uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare”. Questo è ciò che opera Gesù nella vita delle persone. La fede non serve a trovare colpevoli o ad analizzare cause. La fede serve a rendere possibile una vita diversa a partire da ciò che è seppellito nei nostri desideri più veri.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Alcuni fratelli andarono a visitare un santo anziano che abitava in un luogo deserto. Trovarono presso la sua cella dei bambini che custodivano le greggi e parlavano tra loro in modo fastidioso. I fratelli videro l'anziano, gli palesarono i propri pensieri e trassero beneficio dalle sue risposte. Poi gli dissero: «Padre, perché accetti d'avere intorno questi bambini e non gli ordini di cessare tanto baccano?». L'anziano rispose: «Fratelli, credetemi, vi sono giorni in cui vorrei dare questo ordine, ma mi fermo, dicendo: «Se non sopporto questa bazzecola, come potrei sopportare una più grande prova, se Dio permette che mi si presenti?». Così non dico niente, per abituarmi a sopportare tutto ciò che accade».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

COME DEVONO PUNIRSI I FANCIULLI DI MINORE ETÀ

Ogni età e ogni grado di intelligenza devono ricevere un trattamento adeguato. Perciò i fanciulli, gli adolescenti o coloro che non sanno rendersi conto della gravità della scomunica, tutti questi, ogni qualvolta commettono delle mancanze, siano puniti con rigorosi digiuni o repressi con aspre battiture, perché si correggano.


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