preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
La testimonianza è indubbiamente lo strumento privilegiato dell'annuncio. Càpita però che la verità vada spesso a cozzare contro la mala condotta dei rèprobi e dei falsi. Questi, capita, sono posti in autorità e sono quindi in grado di far tacere le voci scomode con ogni sorta di violenza. Dinanzi a queste difficoltà - è lo stesso Cristo a predirlo ai suoi - si troveranno gli apostoli e i loro successori. È in queste circostanze che urge maggiormente la forza per resistere alla tentazione del rinnegamento e dell'apostasìa. Non saranno sufficienti le migliori forze umane, occorrerà la forza che viene da Dio stesso e che egli solo può dare. Sarà lo Spirito Santo a fortificare i deboli apostoli e dopo di loro la schiera dei seguaci. Con quella santa energia la Chiesa è uscita indenne dalle numerose e violenti persecuzioni che ha subìto nel corso dei secoli. Dal sangue dei suoi martiri ha tratto anzi l'alimento migliore per rinvigorirsi ulteriormente e diffondere la sua luce nel mondo. Così è riuscita a rendere testimonianza al suo Sposo e Signore. Al trionfo dei martiri si contrappone la mìsera sorte dei persecutori e soprattutto di coloro che negano l'essenza stessa di Dio, il suo Amore. Questo peccato viene definito da Gesù, imperdonabile. Sì, perché il perdono sgorga soltanto dall'amore misericordioso e se questo si rinnega in nessun altro modo lo si potrà ottenere.
Fu domandato a un anziano: «Che cosa è l'umiltà?». Egli disse: «Che, se tuo fratello pecca contro di te, tu lo perdoni prima che egli ti testimoni il suo pentimento».
LA MISURA DEL BERE A dire il vero, leggiamo che il vino non è assolutamente fatto per i monaci; ma siccome i monaci dei nostri tempi non riescono a capire questo, almeno si stia attenti a non bere fino alla sazietà ma con moderazione, perché il vino fa traviare anche i saggi (Sir 19,2). Dove poi le condizioni del luogo sono tali da non poter assicurare nemmeno la quantità su indicata, ma molto di meno o addirittura niente, benedicano il Signore i monaci ivi residenti e non mormorino; e questo soprattutto ci teniamo a raccomandare: che si guardino da qualsiasi mormorazione.
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