preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Nacque in Baviera verso l'anno 1174. Ebbe sette figli dal suo matrimonio con il principe di Slesia. Condusse una vita devota, fu benefica verso i poveri e i malati, per i quali fondò diversi ospedali. Il momento più drammatico della sua vita fu quando dovette andare a cercare sul campo di battaglia il figlio primogenito ucciso nello sforzo di contrapporsi all'invasione dei Tartari. Trascorre la sua vedovanza come "oblata" delle Cistercensi di Trebnitz. Faceva tutto per piacere solo a Gesù dal quale attendeva la meritata ricompensa. E questa venne nel 1243. Proclamata santa nel 1267, è considerata particolare patrona della Slesia una delle regioni della Polonia.
Santa Edvige, religiosa, che, di origine bavarese e duchessa di Polonia, si dedicò assiduamente nell'assistenza ai poveri, fondando per loro degli ospizi, e, dopo la morte del marito, il duca Enrico, trascorse operosamente i restanti anni della sua vita nel monastero delle monache Cistercensi da lei stessa fondato e di cui era badessa sua figlia Gertrude. Morì a Trebnitz in Polonia il 15 ottobre.
Dalla «VIta di santa Edvige» scritta da un autore contemporaneo
Il suo animo tendeva sempre a Dio
Ben sapendo la serva di Dio che le pietre vive, che sono destinate alla costruzione della Gerusalemme celeste, devono essere rifinite in questo mondo a colpi di contrarietà e di umiliazioni, e che per salire alla felicità eterna ed alla patria gloriosa bisogna passare per molt tribolazioni, si espose totalmente ai rovesci delle sofferenze, e senza compassione logorò il suo corpo con molti flagelli. Si macerò infatti ogni giorno con digiuni ed astinenze tali, che molti si meravigliavano come mai una donna così debole e delicata potesse sopportare tormenti di tal genere. Quanto più spesso si dava alla mortificazione del corpo, in cui tuttavia usava intelligente discrezione tanto più speditamente avanzava nel vigore dello spirito e nell'aumento della grazia, continuamente alimentata dal fuoco del divino amore e della devozione. Infatti assai spesso era trasportata in alto e si intratteneva con Dio con desiderio tanto infuocato che, resa insensibile, non avvertiva più la presenza di questo mondo.
Come con la devozione dell'anima tendeva sempre a Dio, così si chinava verso il prossimo con la sua benefica carità. Dava generosamente l'elemosina ai bisognosi, elargiva benefici a comunità e persone religiose, sia fuori che dentro i monasteri, fu munifica con le vedove e gli orfani, coi malati e i deboli, coi lebbrosi e i carcerati, coi pellegrini e le nutrici bisognose di sostentamento. Insomma, concedeva ogni genere di favori e non permise che alcuno se ne andasse da lei senza aver ricevuto aiuto. E siccome questa serva di Dio non trascurò mai di compiere tutto il bene che poteva, Dio le concesse una particolare grazia. Quando si sentiva umanamente del tutto esaurita e priva di forze, con la potenza divina della passione di Cristo riusciva ancora a fare ciò che la necessità del prossimo richiedeva da lei. Perciò a quanti ricorrevano a lei per la salute dell'anima e del corpo, a tutti portava aiuto secondo il beneplacito della divina bontà.(Acta Sanctorum Octobris 8 [1853], 201-202).
Edvige (Andechs, Baviera, 1180 ca. - Trzebnica, Polonia, 15 ottobre 1243), duchessa di Slesia e madre di sette figli, predilesse la preghiera e si prodigò per alleviare le sofferenze dei poveri. Dopo la morte di sei figli e del marito, si ritirò nel monastero cistercense di Trzebnica da lei fondato: qui la sua ascesi, fatta di penitenza e di carità, divenne ancora più rigorosa.
Dal Comune dei santi: per i religiosi o dal Comune delle sante.
Dio onnipotente, che nella vita di santa Edvige offri a tutti un luminoso esempio di umiltà evangelica, fa’ che la sua gloriosa intercessione ci ottenga dal cielo il tuo aiuto. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
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