Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Martedì 16 aprile 2019

«Uno di voi mi tradirà».

Non esiste delusione più lacerante di quella che proviene dal tradimento di colui, o di coloro che sono stati più intensamente amati. Ecco il lamento di Gesù: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Uni di voi, uno dei commensali “Uno di voi, colui che mangia con me… uno dei Dodici, colui che mette con me la mano nel piatto”. Sono parole che rivelano non tanto la persona precisa, ma la prossimità, anzi la familiarità di colui che consegnerà Gesù. Non si tratta di un avversario, ma di uno che condivide amicizia, familiarità e vita, mangia con me. Giuda, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quello che era il dono di una sublime condivisione dell’umano con il divino, una trasfusione d’amore, per il traditore diventa un boccone amaro, che genera in lui il buio e la morte. "Ed egli, gettati i sicli d'argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi”. “Chi mangia il pane e beve il calice del Signore indegnamente, mangia e beve la propria condanna”. Il discepolo fuori del Sacro Convito, scompare nel buio! Pietro vede ridimensionati i suoi slanci della sua generosità: “Non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte”. Per Gesù questo è già la sentenza di morte: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui». La glorificazione di Gesù è di fatto la sua passione già iniziata, l’ardore con cui ha consumato quella memorabile cena, il sacrificio che troverà il suo compimento nella croce, nella sua morte e nella sua gloriosa risurrezione. Si adempie il progetto e la promessa del Padre: “Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra”.
La gratitudine accresce la fedeltà.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Fu domandato a un anziano: «Che cosa è l'umiltà?». Egli disse: «Che, se tuo fratello pecca contro di te, tu lo perdoni prima che egli ti testimoni il suo pentimento».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

LA MISURA DEL BERE

A dire il vero, leggiamo che il vino non è assolutamente fatto per i monaci; ma siccome i monaci dei nostri tempi non riescono a capire questo, almeno si stia attenti a non bere fino alla sazietà ma con moderazione, perché il vino fa traviare anche i saggi (Sir 19,2). Dove poi le condizioni del luogo sono tali da non poter assicurare nemmeno la quantità su indicata, ma molto di meno o addirittura niente, benedicano il Signore i monaci ivi residenti e non mormorino; e questo soprattutto ci teniamo a raccomandare: che si guardino da qualsiasi mormorazione.


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