preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Echeggiano ancora in noi le consolanti parole assolutorie di Gesù alla donna adultera: «Donna, nessuno ti ha condannata? Neanch’io ti condanno». Oggi è ancora la volta di una donna, Maria, la sorella di Lazzaro nella casa di Betania; Lazzaro, che Gesù aveva risuscitato dai morti, era lì, tra i commensali! Lei era solita prostrarsi devota e ammirata ai piedi di Gesù; amava ascoltarlo a cuore aperto. Ha urgenza di compiere un gesto per esprimere a Gesù tutta la propria devozione, tutta l’ammirazione, tutta la profonda gratitudine e incondizionata dedizione. Prende trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparge i piedi di Gesù, poi li asciuga con i suoi capelli, riempiendo così la casa dell’aroma di quel profumo. Il suo gesto, l’umile prostrazione, quell’unguento, quel profumo ha un valore che va ben oltre il pur ammirevole significato che Maria intende dargli: lei preannuncia l’unzione del corpo di Gesù nel giorno della sua morte e sepoltura. Stride la meschinità di Giuda che stravolge il valore e il significato della devota e nobile unzione di Maria, con un gretto calcolo: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Il traditore aveva già in mente altri trenta denari, il prezzo del tradimento del suo maestro? O lo spingeva il losco guadagno personale che poteva trarne? Accorre una grande folla di Giudei, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro: possiamo scorgere in loro gli alleati di Maria che vogliono rendere omaggio al Signore Gesù. Non mancano però i soci di Giuda, sono i capi dei sacerdoti che già da tempo tramano e hanno in animo la sua condanna. Ora perché molti Giudei credevano in Gesù decisero di uccidere anche Lazzaro, il testimone vivente della sua divina potenza.
Quanto oggi dai al Signore di certo ti arricchisce.
Un fratello domandò a un anziano: «Indicami una sola cosa da custodire, perché io ne viva!». L'anziano gli disse: "Se puoi essere ingiuriato e sopportarlo, è una gran cosa, che supera tutte le virtù».
LA MISURA DEL BERE Ciascuno ha il proprio dono da Dio, chi in un modo chi in un altro (1 Cor 7,7); ed è per questo che abbiamo qualche perplessità a fissare la misura del vitto per gli altri. Nondimeno, tenendo conto delle necessità dei più deboli, pensiamo sia sufficiente per ciascuno una emìna di vino al giorno. Chi poi ha avuto da Dio il dono di sapersene astenere, sappia che ne riceverà una ricompensa particolare. Qualora poi le condizioni del luogo o un lavoro eccezionale o l'eccessivo calore estivo richiedessero un supplemento, il superiore potrà concederlo, badando sempre che nessuno arrivi alla sazietà o all'ebbrezza.
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