preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Il Vangelo riporta le due ultime invettive di Gesù, contro gli scribi. Costoro, non contenti di imporre agli altri obblighi che essi non osservano, mantengono lo stesso atteggiamento di quelli che in tempi passati non ascoltarono i profeti e li uccisero. "Guai a voi che costruite i sepolcri dei profeti". Sarebbe un onore costruire sepolcri a persone da venerare, ma in Gesù c'è dell'ironia. Se i loro padri hanno ucciso i profeti per non convertirsi, ora loro, invece di essere testimoni della sapienza di Dio, portano a consumazione il mistero di iniquità come i loro padri, soffocando la Parola ascoltata. "Per questo la sapienza di Dio ha detto: "Manderò loro profeti e apostoli e ne uccideranno e ne perseguiteranno". La sapienza di Dio da sempre sa di essere perseguitata e uccisa: è la sapienza della croce. "Guai a voi, dottori della legge, che avete presa la chiave della scienza! Voi non siete entrati e l'avete impedito a quelli che volevano entrarvi". La chiave è la conoscenza di quel Dio che è misericordia in Gesù, che ora si manifesta loro. Essi non ci sono entrati, perché hanno e danno l'immagine di un Dio senza misericordia. Perciò: "Sarà domandato conto del sangue dei profeti". Questa espressione sottolinea come alla generazione di Gesù, verrà chiesto conto del sangue di tutti i giusti di tutti i tempi. Infatti il mistero del male si consuma nell'ora della sua passione. Questa è l'opera del Signore. "Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno", voce che si fa voce nello Spirito di tutti i profeti, consegnati all'estrema testimonianza. Infatti la Divina Provvidenza dispose di non limitare la sua bontà al suo Figlio diletto, ma di espanderla per mezzo di lui a molte altre creature, perché lo adorassero e lo lodassero per l'eternità insieme a tutti i fratelli. Questa è la chiave che ci è stata riconsegnata.
Fu domandato a un anziano: «Che cosa è l'umiltà?». Egli disse: «Che, se tuo fratello pecca contro di te, tu lo perdoni prima che egli ti testimoni il suo pentimento».
LA MISURA DEL BERE A dire il vero, leggiamo che il vino non è assolutamente fatto per i monaci; ma siccome i monaci dei nostri tempi non riescono a capire questo, almeno si stia attenti a non bere fino alla sazietà ma con moderazione, perché il vino fa traviare anche i saggi (Sir 19,2). Dove poi le condizioni del luogo sono tali da non poter assicurare nemmeno la quantità su indicata, ma molto di meno o addirittura niente, benedicano il Signore i monaci ivi residenti e non mormorino; e questo soprattutto ci teniamo a raccomandare: che si guardino da qualsiasi mormorazione.
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