Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Lunedì 02 giugno 2014

Abbiate fiducia: io ho vinto il mondo.

Le parole dei discepoli sono piene ora di buone intenzioni, perché ritengono di aver capito che Gesù sta parlando chiaramente senza ricorrere a immagini. Essi sono giunti a riconoscere che Gesù sa tutto, cioè legge nell'intimo di ciascuno, e su questo fatto basano la loro fede. "Per questo crediamo che sei venuto da Dio". Con garbata ironia Gesù commenta questa loro espressione di fede, ponendola in dubbio. "Adesso credete?". Quando la nostra fede è più umanamente baldanzosa e non è sufficientemente basata su Dio, è più vicina a venir meno, come nel caso dei discepoli. La vicinanza di un uomo straordinario, che sa tutto e che ci sa rispondere su tutto, non è fede, ma illusione. La fede, invece, non è questa: si dovrebbe sapere che, finché siamo pellegrini su questa terra, si vive nell'oscurità. Si crede anche senza sicurezza di vedere qualcosa di certo. "Ecco, viene l'ora, ed è giunta, in cui vi disperderete, ciascuno alle proprie case, e mi lascerete solo". Gli apostoli non erano ancora preparati a questo, e perciò il Cristo predice il loro smarrimento: perché nel loro entusiasmo c'era ancora qualcosa di infantile. Infatti quando il loro Maestro sarà catturato, processato e mandato a morte, tutto crollerà. "Ma io non sono solo, perché il Padre è con me". L'evangelista non accenna a un abbandono da parte del Padre, che è sempre con il Figlio, anche nell'ora più oscura. Proprio in ciò sta la serena sicurezza con la quale Gesù va incontro alla sua prova, anzi si propone ai suoi: "Abbiate fiducia: io ho vinto il mondo". Si tratta dunque di assumere le cose del mondo come sono e di viverle, animandole di speranza. Con queste ultime parole, rivolte ai discepoli, Gesù mostra la sua suprema padronanza nell'ora fosca che si avvicina, inculcando ai suoi fiducia in lui, non come lo avevano pensato prima, un vittorioso, ma non uno sconfitto. E "chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù, il crocifisso, è il figlio di Dio?".


Apoftegmi - Detti dei Padri

Abba Epifanio disse: "Ai peccatori che si pentono, come alla peccatrice, al ladrone e al pubblicano, il Signore perdona tutto il debito. Ma ai giusti chiede anche gli interessi. Ecco cosa significa ciò che disse agli apostoli: se la vostra giustizia non sarà maggiore di quella degli scribi e dei farisei non entrerete nel regno dei cieli".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I MONACI PELLEGRINI

E se in seguito vorrà fissare lì la sua stabilità, non si respinga questo suo desiderio, tanto più che nel periodo dell'ospitalità si è potuto ben conoscere il suo tenore di vita. Ma se, mentre è stato ospite, si è dimostrato pieno di esigenze o di difetti, non solo non deve essere aggregato alla comunità, ma anzi gli si dica con garbo di andarsene, perché le sue miserie non contagino anche gli altri. Se invece non è tale da meritare di essere allontanato, non solo se lo chiede lui sia associato alla comunità, ma anche si insista perché rimanga, in modo che gli altri siano edificati dal suo esempio: infatti in ogni luogo si serve un solo Signore e si milita sotto un unico Re.


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