preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
"Ecco quel cuore che ha tanto amato gli uomini", così il nostro Redentore si rivelava ad una sua devota ed innamorata, Santa Margherita Maria Alaquoque. Oggi celebriamo quell'amore che è stato riversato nei nostri cuori, che ci ha meritato la salvezza, che ci ha liberati dal male, ci ha riconciliati con il Padre, ci ha fatto riscoprire la fraternità tra noi. L'evangelista Giovanni, che nell'Ultima cena posò il suo capo sul petto del Signore, ebbe il privilegio di sentirne il pulsare intenso mentre egli stava per celebrare la prima consacrazione e poi iniziare la sua crudelissima passione. Maria di Màgdala sentì in lei i salutari effetti di quell'amore, si sentì amata, perdonata e convertita, e con lei una schiera di peccatori, di uomini e donne oppressi dal male fisico e spirituale. Chi di noi non ha sentito con la gioia del perdono l'intensità di quell'amore? Chi dopo una comunione eucaristica non si sentito amato, preso, coinvolto, immerso in quel cuore? La Chiesa ha preso coscienza della perennità di quell'amore, legato al memoriale della sua passione, morte e risurrezione, legato alla fedeltà dei suoi, alla santità di tanti e tante, che lo hanno testimoniato con il martirio e con l'eroicità della virtù cristiane. Siamo certi che il cuore di Cristo pulsa ancora nel nostro mondo e non smette di amarci anche quando abbiamo la triste impressione che alte barriere siano state erette tra noi e Lui. Egli è venuto proprio per abbattere il muro di separazione che il peccato aveva innalzato. In quell'amore egli si rivela ai piccoli, da quell'amore siamo guidati verso il vero bene, in quel cuore troviamo conforto quando siamo affaticati ed oppressi, lì troviamo ristoro, lì pregustiamo i primi bagliori della nostra finale risurrezione. È santa energia per noi, è la forza di Dio in noi per portare i nostri pesi, per fare della fatica della nostra vita, l'offerta quotidiana del nostro volontario tributo di gratitudine e di lode a Cristo e in Lui alla Trinità beata. È un cuore aperto e radioso quello che Cristo ancora oggi ci si mostra, è trafitto dal peccato, ma irradia ancora la sua grazia che ci santifica, che ci purifica e ci rende santi. Oggi fissiamo quel cuore umano e divino, ci immergiamo in esso e ci specchiamo in esso per sorbirne lo splendore, per sintonizzarci con quei battiti, per fargli sentire la nostra infinita gratitudine nello sforzo quotidiano di ripeterne le virtù e di imitarne l'intensità.
Il padre di Zenone disse: "chi desidera che Dio esaudisca presto la sua preghiera, quando si alza e tende le mani al Signore, prima di pregare per ogni altra cosa e per la sua stessa anima, deve pregare nel cuore per i suoi nemici. È per questa azione buona che Dio lo ascolterà, qualsiasi cosa poi gli chieda".
L'ORDINE DELLA COMUNITÀ Dunque i fratelli, secondo i posti stabiliti dall'abate o secondo l'ordine di anzianità monastica, accedano al bacio di pace, alla Comunione, al canto dei salmi, al posto in coro; e in tutti i luoghi l'età non dovrà essere affatto criterio di distinzione o di preferenza, perché Samuele (cf. 1 Sam 3) e Daniele (cf. Dn 13) da giovani furono giudici degli anziani. Perciò, eccetto quelli che l'abate per ragioni superiori o per giusti motivi come abbiamo detto, avrà promossi o degradati, tutti gli altri abbiano il loro posto secondo l'ingresso in monastero; così, ad esempio, chi è entrato alla seconda ora del giorno sappia di essere più giovane di chi è entrato alla prima ora del giorno, qualunque sia la sua età o la sua condizione sociale; tuttavia i fanciulli siano sotto la disciplina di tutti in ogni caso.
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