Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Sabato 08 giugno 2013

Dio mi ha inviato a guarire.

Il giovane compagno di Tobìa nel viaggio a Media svela la sua persona e giustifica la sua presenza nelle vicende di due famiglie provate dal dolore. Dice a Tobi: Sappiate dunque che quando tu e Sara eravate in preghiera, io presentavo l'attestato della vostra preghiera davanti alla gloria del Signore". Come premio quindi delle opere buone di Tobi e delle preghiera fervente di Sara, il lieto epilogo delle due vicende. Siamo certi che nulla si perde dinanzi al Signore di quanto facciamo nel suo nome e nel compimento della sua volontà. Questa si adempie, ci dice il vangelo, non tanto nelle grandi manifestazioni di orgogliosa ricerca di vanagloria, come facevano gli scribi e i farisei, ma nella misura in cui sappiamo privarci anche della cose necessarie per compiere un gesto di generosità a gloria di Dio e a vantaggio del prossimo. La piccola offerta, tutto quello che aveva, gettata nel tesoro del tempio dalla vedova vale più delle molte monete gettatevi dai ricchi. Il grandezza del dono si misura dal sacrificio e dalle disposizioni del donatore. Quanto questo vale oggi, nella memoria del Cuore immacolato di Maria, che tutto ha dato e continua a dare per il Figlio, per noi, per il mondo intero.


Memoria del Cuore Immacolato di Maria

Memoria mariana di origine devozionale istituita da Pio XII, l'odierna celebrazione ci invita a meditare sul mistero di Cristo e della Vergine nella sua interiorità e profondità. Maria, che custodisce la parola e i fatti del Signore meditandoli nel suo cuore (Lc 2,19), è dimora dello Spirito Santo, sede della sapienza (Lc 1,35), immagine e modello della Chiesa che ascolta e testimonia il messaggio del Signore. Lo Spirito Santo che ha preparato il Cuore della Vergine Maria a essere la dimora del Cristo e il tempio vivente di Dio. La grazia porta anche a noi la presenza divina, che ci consacra e ci dà gioia.

Apoftegmi - Detti dei Padri

Il padre Poemen disse a chi voleva vivere santamente: "Non misurare te stesso, aderisci piuttosto a chi sa vivere bene".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'ORDINE DELLA COMUNITÀ

I più giovani pertanto rispettino i più anziani; gli anziani amino i più giovani. Nello stesso modo di chiamarsi nessuno si permetta di rivolgersi all'altro col semplice nome, ma i più anziani chiamino i più giovani con l'appellativo di «fratelli» e i più giovani chiamino gli anziani «nonni», che significa «reverendo padre». L'abate poi, giacché sappiamo per fede che tiene le veci di Cristo, sia chiamato «signore» e «abate», non per sua pretesa ma per onore e amore di Cristo. Ma egli rifletta sulla sua dignità e si dimostri degno di tale onore.


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