Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Giovedì 25 ottobre 2012

Non sono venuto a portare pace, ma divisione...

Abituati come siamo a considerare Gesù, prìncipe della pace, la pagina sacra odierna è tutt'altro. “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra, e come vorrei che fosse già acceso!” Il fuoco nella Bibbia, raffigura il giudizio di Dio che purifica l'uomo dall'interno. Il primo a passare questa prova del fuoco è Gesù stesso. Il battesimo al quale allude è la sua passione, che lo immergerà,– battesimo - nella morte, nella morte di croce. Quanto è detto sopra viene confermato da Gesù stesso, che smentisce categoricamente l'attesa di un Messia portatore di una pace, che sia tranquilla comodità, dato che come Messia egli è venuto a portare “non la pace ma la divisione”. Infatti il suo messaggio e la sua proposta operano quasi sempre separazione nei membri di una medesima famiglia. Questo si verifica “d'ora innanzi”, non avverrà nel tempo, ma nel presente. Gli uomini dovranno prendere posizione nei confronti di Cristo. Non si possono non dichiarare: o per l'accoglienza o per il rifiuto. E così gli animi si dividono, anche in seno alla stessa famiglia. Gesù sarà sempre segno di contraddizione. Un figlio che crede in Dio e nel suo amore, potrà essere considerato uno stolto, un ingrato, se suo padre in quel Dio non crede. E viceversa un padre che crede in Dio, non sarà capito e accettato da un figlio, che sceglie di vivere secondo le passioni e l'orgoglio del mondo. E' in questo senso che Gesù non è venuto a portare la pace facile. Nel fuoco di Dio - lo Spirito Santo - nasce sicuramente la pace, la pace attiva, fatta di altruismo e di generosità. Gesù vorrebbe che tutti ardessero del suo fuoco, del suo amore. “Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio”.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un monaco egiziano disse a un anacoreta siriano, tutto eccitato, che voleva andare in città a vedere un santo che operava miracoli e che, con la sua preghiera, risuscitava i morti. L'altro monaco, sorridendo disse: "Che strane abitudini avete da queste parti: chiamate santo chi piega Dio a fare la propria volontà. Da noi invece, chiamiamo santo chi piega la propria volontà a quella di Dio".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

COME DEVONO FARE LA SODDISFAZIONE GLI SCOMUNICATI

Chi per una colpa grave è scomunicato dall'oratorio e dalla mensa, quando nell'oratorio sta per terminare l'Opus Dei, si metta prostrato a terra, davanti alla porta, senza dire nulla, ma soltanto se ne stia prostrato lì, col capo a terra, chino ai piedi di tutti i fratelli che escono dall'oratorio. E così faccia finché l'abate non avrà ritenuta sufficiente la soddisfazione. Quando poi l'abate lo farà entrare, egli si getti ai piedi dell'abate e quindi ai piedi di tutti, perché preghino per lui.


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