Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Venerdì 26 ottobre 2012

Sapete valutare l'aspetto della terra e del cielo, e come non sapete comprendere questo tempo?

Il brano odierno è caratterizzato dall'urgenza di riconoscere il tempo presente, il tempo di Dio. “Quando voi vedete una nuvola salire da ponente dite: viene la pioggia, e così accade. Stolti! E come non sapete comprendere questo tempo?” Conoscete bene ciò che è utile per la vita di ogni giorno, ma non ciò che è necessario per la vita dello spirito. Sapete discernere 'il volto' del cielo e della terra, ma non quello del Figlio dell'uomo. Il discepolo vive alla luce del giudizio di Dio. Esso si rivela nel mistero pasquale di Gesù, che si battezza nel fuoco dello Spirito, dopo che lui stesso è passato attraverso le acque della morte. Questa è la sua venuta, già realizzata sulla croce, che giudica il mondo per salvarlo. Per questo è necessario riconoscere il tempo presente come il momento per la conversione. L'invito a riconciliarsi presto e a fondo con quelli con cui non siamo in pace, è a portata di tutti. “Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada procurati di accordarti con lui”. Ciò vuol significare che l'uomo deve afferrare l'attimo ultimo a lui offerto per la sua salvezza, non lasciandoselo sfuggire. Questo rimprovero di Cristo è bruciante e in primo luogo interessa precisamente i credenti. Noi siamo coloro che hanno lo sguardo di Dio; la nostra fede non significa soltanto guardare Dio, ma guardare con gli occhi di Dio la realtà del mondo e della nostra personale esistenza. Il segno per eccellenza è sempre Cristo, con il suo mistero pasquale. Egli mi salva a misura che, leggendo gli eventi della mia esistenza e confrontandoli con la sua Parola, lascio che la Parola stessa porti frutto in me e nel mio tempo. Tocca a noi saper giudicare questo tempo, come dice Gesù, e giudicare da noi ciò che è giusto.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Abba Isaia disse: "La sapienza non consiste nel parlare; la sapienza sta nel sapere in quale momento parlare.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

COME DEVONO FARE LA SODDISFAZIONE GLI SCOMUNICATI

E allora, se l'abate lo permetterà, sia riammesso in coro al suo posto o a quello che l'abate avrà indicato; ma a patto che non ardisca recitare da solo salmo o lettura o altro nell'oratorio, se non ad un nuovo ordine dell'abate. E a tutte le Ore, mentre sta per terminare l'Opus Dei, si prostri a terra nel posto dove si trova; e così continui a fare la soddisfazione finché l'abate di nuovo non gli comanderà di mettervi fine. Chi invece per colpe leggere è scomunicato solo dalla mensa, faccia la soddisfazione nell'oratorio, prolungandola secondo l'ordine dell'abate, finché egli dia la benedizione e dica: «Basta così!».


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