Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

[menu] [seleziona le letture da stampare]
 

Commento alle Letture

Mercoledì 18 gennaio 2012

...per poi accusarlo.

Il bene è un valore in sé e che prescinde da ogni considerazione. Gesù che incarna il Bene vero, ultimo e supremo, agisce sempre in questa ottica. Tra chi assiste ai suoi miracoli c'è chi, mosso dall'invidia e dalla gelosia, assume un atteggiamento ipocrita dove tutto è visto con intenti strumentali. Ogni occasione diventa buona per l'accusa e per tentare di cogliere in fallo chi è visto come un avversario dal quale bisogna difendersi, e a tutti i costi. Il miracolo del Vangelo di oggi si impone alla nostra coscienza non solo per una ulteriore dimostrazione della bontà di Gesù ma per lo smascheramento di questa ipocrisia che lo circonda. La guarigione di un malato non interessa! Cercare di cogliere in errore Gesù: ecco il vero l'obiettivo! Gesù, non si tira indietro! Smaschera questi pensieri ed opera, come sa fare solo Lui: guarendo. Si sente un freddo glaciale attorno a Gesù, mentre compie questo miracolo. L'unica scintilla di amore nasce dal rapporto tra Gesù e l'uomo che è stato guarito. Vi è un altro amore, che proviene da Gesù, quando sente vera e profonda compassione per chi ha il cuore così duro da non comprendere quanto stia accadendo. Eppure Gesù lo ha spiegato: il bene è salvare una vita ed il male toglierla. È proprio quella legge che tutti dovremo scoprire nei propri cuori. Il bene è quindi il voler salvare una vita – anche attraverso la guarigione. È un valore assoluto che non ammette ipocrisie, non ammette sconti e bisogna sempre attuare o, se serve, difendere. Non può essere condizionato né da ipocrisie né da altri fattori. È una pagina che è anche un bel inno a difesa della vita!


Apoftegmi - Detti dei Padri

Gli anziani dicevano: "L'anima è una fonte. Se la scavi, si purifica; se vi getti della terra, scompare.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALE DEVE ESSERE L'ABATE

Nel suo insegnamento poi l'abate deve sempre aver presente quella norma dell'apostolo che dice: «Ammonisci, esorta, rimprovera» (2 Tm 4,2); vale a dire, tenendo conto dei diversi momenti, alternando rigore e dolcezza, mostri ora l'atteggiamento severo del maestro ora quello affettuoso del padre; e cioè, gli indisciplinati e gli irrequieti deve ammonirli duramente; gli obbedienti invece e i miti e i pazienti deve esortarli a progredire sempre di più; ma i negligenti e gli abituali trasgressori vogliamo che li rimproveri e li punisca.


home  |  commento  |  letture  |  santi  |  servizi  |  archivio  |  ricerca  |  F.A.Q.  |  mappa del sito  |  indice santi  |  preghiere  |  newsletter  |  PDA  |  WAP  |  info


Questa pagina è in una versione adatta alla stampa, agli smartphone e ai PDA.
URL: https://liturgia.silvestrini.org/p/commento/2012-01-18.html
Versione completa online:
https://liturgia.silvestrini.org/commento/2012-01-18.html

i-nigma smart code
SmartCode: https://www.i-nigma.com/