Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Venerdì 18 aprile 2008

Io sono la via, la verità, la vita.

L'annuncio di Gesù del suo imminente ritorno al Padre getta i discepoli in un profondo turbamento. I discepoli tuttavia non debbono sentirsi senza speranza. Gesù l'invita a credere fermamente in Dio e in lui. Se ora li lascia per ritornare al Padre, non lo compie per godere di una sua soddisfazione personale, quasi come una rivalsa di tutto quello che ha dovuto subire, ma per condurli a condividere la sua stessa gloria. "Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Vado a prepararvi un posto – linguaggio molto figurato – e quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io". Su questa ferma speranza deve fondarsi anche la nostra fiducia durante il nostro pellegrinaggio terreno. "La redenzione infatti ci è offerta nel senso che ci è stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro presente" (Spe Salvi, Papa Benedetto XVI). Tommaso gli domandò: "Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?". A questa richiesta di Tommaso abbiamo la risposta di Gesù, con una di quelle incisive frasi del Vangelo, che si sono poi stampate nel cuore delle generazioni cristiane. "Io sono la via, la verità e la vita". Egli ci manifesta che l'esperienza umana in rapporto alla fede, ha la sua 'via' da percorrere, Gesù, ha la 'verità' ossia tutto quello che Gesù ci ha detto di sé e del Padre, ha la 'vita' di cui vivere e noi possiamo accedere a questa fonte di ogni bene: Dio Padre, per mezzo del suo Figlio Gesù, nostro fratello. "Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me". Pertanto fin d'ora noi discepoli fedeli siamo introdotti, tramite Gesù, nella dimora del Padre.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un anziano che abitava in Egitto diceva sempre: «Non c'è strada più breve che quella dell'umiltà».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

IN QUALI ORE I FRATELLI DEVONO PRENDERE I PASTI

Dal 14 settembre sino all'inizio della Quaresima il pasto sarà sempre a nona. In Quaresima poi fino a Pasqua sarà a vespro; nel qual caso l'ora dei Vespri sia regolata in modo tale che i fratelli mentre mangiano non abbiano bisogno della lucerna, ma si svolga tutto quando è ancora giorno. Così pure in ogni stagione, l'ora della cena o dell'unica refezione sia regolata in modo che tutto si faccia con la luce del giorno.


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