preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
La salvezza viene data a chi la cerca. Il centurione cerca la guarigione del suo servo in Gesù di Nazaret di cui ha sentito parlare. Egli crede alla Parola di Gesù: "di soltanto una parola", il mio servo guarirà. La parola di Gesù è parola che salva! Facciamo certo bene far nostro il sentimento di umiltà del centurione: "non sono degno che tu entri sotto il mio tetto". Recitiamo queste parole prima di accostarci a ricevere Gesù nell'Ostia Santa. Non dobbiamo però lasciar fuori dalla nostra meditazione quel "di soltanto una parola". La fede del centurione che Gesù loda e che merita la guarigione del servo. Egli l'ha ricevuta dal sentir parlare di Gesù; è ugualmente dal sentir parlare di Gesù, e dal sentir parlare Gesù che nasce e cresce la fede. "Come avrebbero potuto invocare uno nel quale non credettero? Come avrebbero potuto credere in uno che non udirono? Come potrebbero aver udito senza uno che annuncia?" (Rm 10,14). Per accogliere Gesù in noi con frutto è necessario ascoltare la sua Parola, e credere in essa. E' questo lo scopo della prima parte della Liturgia. In questo tempo di preparazione al Natale, affinché questa ricorrenza segni una tappa nella nostra vita ci viene richiesta un'accresciuta attenzione alla Parola di Gesù. La prima lettura dal profeta Isaia ci invita proprio a questo: "venite saliamo al monte del Signore, perché ci indichi le sue vie". Solo seguendo queste infatti sarà possibile la Giustizia e la Pace. L'invito è diretto a tutte le genti e molti "verranno dall'Oriente e dall'Occidente a sedersi alla mensa... nel regno dei cieli". Il progresso del Vangelo non si arresterà, ma nella nostra Europa, fatta grande dalla Parola, essa si ascolta ancora? E' ancora su questo monto che ci rechiamo per conoscere le vie della salvezza? Della guarigione da tante nostre malattie mortali? Vogliamo dare in questo avvento il nostro contributo all'avvento del Regno di Dio con un più attento ascolto della sua parola di vita? Con una preghiera più fervorosa "di soltanto una parola" fa che essa sia creduta, "e saremo guariti".
Raccontavano che il padre Eladio solleva mangiare pane e sale. Quando giunse la Pasqua, si disse: "I fratelli mangiano pane e sale, io dovrei fare un piccolo sforzo a motivo della Pasqua: dato che gli altri giorni mangio seduto ora che è Pasqua, farò lo sforzo di mangiare in piedi".
I SACERDOTI DEL MONASTERO Se un abate si propone di ordinare presbitero o diacono un suo monaco, scelga tra i suoi chi sia degno di esercitare l'ufficio sacerdotale. L'ordinato però si guardi dallo spirito di vanagloria o di superbia e non ardisca fare se non ciò che gli viene ordinato dall'abate, sapendo di dover essere sottomesso ancora di più alla disciplina regolare. Né col pretesto del sacerdozio trascuri l'obbedienza alla Regola e la disciplina, ma anzi progredisca sempre di più nel cammino verso Dio. Mantenga sempre il posto che gli spetta secondo l'ingresso in monastero, eccetto per l'ufficio dell'altare e nel caso il voto della comunità e la decisione dell'abate lo abbiano promosso per i meriti della sua vita. Ma anche allora sappia che deve osservare le norme stabilite per i decani e i priori.
home | commento | letture | santi | servizi | archivio | ricerca | F.A.Q. | mappa del sito | indice santi | preghiere | newsletter | PDA | WAP | info