Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Domenica 23 aprile 2006

Pace a voi!

La Pace. È il vero dono del Gesù Cristo; è la consegna agli apostoli che è alla base del loro mandato! È la pace di Cristo, non la pace umana come equilibrio di relazioni basate sull'interesse ed egoismo. Gesù, lo testimonia sempre l'evangelista San Giovanni ha lasciato le bende nel sepolcro. Quelle bende intrise del sangue e testimoni della sua Passione e Morte sono nella tomba ormai vuota. Lì avevamo rinchiuso Cristo, lì pensavamo di aver terminato la Sua e nostra storia. Il Cristo Risorto ha scoperchiato quella tomba, ha lasciato quelle vesti per una nuova vita. Ora Egli si presenta ai discepoli e mostra i segni della sua Passione sul suo Corpo. La Passione di Cristo è ora legata alla sua Resurrezione. Le nostre debolezze, i nostri peccati sono sul Cristo Risorto; non li troviamo più nella sua tomba; fanno parte ormai della Sua vita nuova. È questa la sua pace: la trasformazione del male del mondo in opera di redenzione; è la sua Pasqua che va oltre i confini delle miserie umane e la sua Pace è opera di Dio e non di gabbie e sepolcri umani. La tomba rimane vuota perché in Cristo troviamo le Sue e le nostre sofferenze. E in Lui, solo in Lui, abbiamo le risposte a tanti nostri interrogativi che rischiano di far rimanere la nostra vita in una tomba chiusa. È opera dello Spirito di Cristo, è opera affidata alla sua Chiesa e opera che serve per la nostra vita. Accogliamo la pace di Cristo come segno di speranza nella fede e nella carità.


Domenica della Misericordia: Chiesa Santuario della Divina Misericordia - Roma - Santo Spirito in Sassia

Egli (Giovanni Paolo II) ha interpretato per noi il mistero pasquale come mistero della divina misericordia. Scrive nel suo ultimo libro: Il limite imposto al male "è in definitiva la divina misericordia". E riflettendo sull'attentato dice: "Cristo, soffrendo per tutti noi, ha conferito un nuovo senso alla sofferenza; l'ha introdotta in una nuova dimensione, in un nuovo ordine: quello dell'amore... E' la sofferenza che brucia e consuma il male con la fiamma dell'amore e trae anche dal peccato una multiforme fioritura di bene". Animato da questa visione, il Papa ha sofferto ed amato in comunione con Cristo e perciò il messaggio della sua sofferenza e del suo silenzio è stato così eloquente e fecondo.

Divina Misericordia: Il Santo Padre ha trovato il riflesso più puro della misericordia di Dio nella Madre di Dio. Lui, che aveva perso in tenera età la mamma, tanto più ha amato la Madre divina. Ha sentito le parole del Signore crocifisso come dette proprio a lui personalmente: "Ecco tua madre!". Ed ha fatto come il discepolo prediletto: l'ha accolta nell'intimo del suo essere – Totus tuus. E dalla madre ha imparato a conformarsi a Cristo. (su vatican.va)

Apoftegmi - Detti dei Padri

Abba Pambo chiese ad Abba Antonio: "Cosa dovrei fare?". L'anziano gli rispose: "Non confidare nella tua giustizia e non preoccuparti del passato, ma controlla la tua lingua e il tuo stomaco".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUELLI CHE GIUNGONO TARDI ALL'UFFICIO DIVINO O ALLA MENSA

Alla mensa poi chi non arriverà prima del versetto, in modo che tutti insieme dicano il versetto e preghino e tutti insieme poi si siedano a tavola, chi dunque non giungerà per negligenza o per cattiva abitudine, sia ripreso fino alla seconda volta. Se ancora non si emenderà, non lo si ammetta a partecipare alla mensa comune, ma, separato dalla compagnia dei fratelli, mangi da solo, privato anche della razione di vino, finché non abbia dato soddisfazione e non si sia corretto. Alla stessa pena sia sottoposto chi non sarà presente al versetto che si dice dopo il pasto.


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