preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Gli Apostoli, primi testimoni dell'annuncio di salvezza, operata da Cristo con la sua morte e risurrezione, anche dinanzi alle persecuzioni, anche quando venivano portati dinanzi ai tribunali, anche quando veniva loro ingiunto di non parlare più della nuova dottrina, affermavano con vigore: "non possiamo tacere". Ciò derivava dalla certezza della loro fede e dal mandato ricevuto dal Signore. Anche noi, battezzati in Cristo, dal giorno del nostro battesimo ci impegniamo in prima persona e per tutta la vita ad essere suoi testimoni. Oggi siamo sollecitati da una ulteriore certezza ad adempiere questo sacrosanto dovere: "chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà". Questo ammonimento ci proietta nella fase finale della nostra esistenza e ci pone dinanzi al giudizio di Dio. Riconoscere Cristo e testimoniarlo diventa la garanzia di un riconoscimento dinanzi agli angeli di Dio e dinanzi a Dio stesso. Accade esattamente il contrario per coloro che misconoscono il Cristo e lo rinnegano nella vita terrena; si preparano volontariamente e colpevolmente ad essere ignorati nel regno di Dio e a cadere nel buio dell'amore.
Per essere poi capaci di resistere alle tentazioni e alle violenze il Signore ci assicura l'assistenza dello Spirito Santo per confutare ogni errore e vivere nella pienezza della verità.
Un fratello domandò a un anziano: «Indicami una sola cosa da custodire, perché io ne viva!». L'anziano gli disse: "Se puoi essere ingiuriato e sopportarlo, è una gran cosa, che supera tutte le virtù».
LA MISURA DEL BERE Ciascuno ha il proprio dono da Dio, chi in un modo chi in un altro (1 Cor 7,7); ed è per questo che abbiamo qualche perplessità a fissare la misura del vitto per gli altri. Nondimeno, tenendo conto delle necessità dei più deboli, pensiamo sia sufficiente per ciascuno una emìna di vino al giorno. Chi poi ha avuto da Dio il dono di sapersene astenere, sappia che ne riceverà una ricompensa particolare. Qualora poi le condizioni del luogo o un lavoro eccezionale o l'eccessivo calore estivo richiedessero un supplemento, il superiore potrà concederlo, badando sempre che nessuno arrivi alla sazietà o all'ebbrezza.
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