Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Venerdì 15 ottobre 2004

Tu mi conosci fino in fondo!

Attorno a Gesù le folle della Giudea "si calpestavano a vicenda". L'evangelista Luca sembra voler dire che "violenza, rapina, liti e contese" di cui ci parlava il profeta Abacuc, due domeniche fa, non sono affatto lontane. Gli uomini di oggi si calpestano ancora: terrorismo, blitz a mani armate, eccidi, scoppi dinamitardi fuori e dentro di noi. Tutto questo, Gesù lo sa! "Signore, tu sai tutto", confessò Pietro all'alba della resurrezione. (Gv21,17). Ecco perché oggi Gesù prende la parola e ci parla, per condurci a un futuro migliore, per concederci un futuro pieno di speranza, perché ciò che sta avvenendo non avvenga mai più. Ascoltiamolo! Lui solo ha parole di vita eterna!
Gesù, anche se oggi parla del "lievito dei farisei", si rivolge "anzitutto ai suoi discepoli", proprio per metterli in guardia, perché sa che questo cattivo fermento, che è l'ipocrisia, può impastarsi anche nella vita di coloro che gli sono più vicini. Guardiamoci, dunque, dal coprire le nostre "nudità farisaiche" con il protagonismo, con l'orgoglio e con il vivere per se stessi; affinché, liberati da queste pesanti zavorre, possiamo avere come fondamento del nostro "castello interiore" (vedi autobiografia di Santa Teresa che ricordiamo oggi) unicamente l'umiltà e come porta per entrarvi l'orazione, la preghiera che abbracci, in Cristo, tutta l'umanità. Non dobbiamo aver paura di "confessare le nostre colpe" (Sal 32,5), perché "Sua Maestà" (come Teresa la Grande chiamava Dio) ci conosce fino in fondo (Sal 139,12-14), per Lui "le tenebre sono come luce", come "piena luce" che illumina anche i "tetti" dell'anima. Guardiamoci da quelle maschere che ci impediscono di riconoscerci Sue creature. Liberiamoci dalla paura della morte, perché Cristo ne è il Liberatore, il Solo che l' ha vinta; perché oggi ci ripete per ben cinque volte: "Non temere!" Non temete gli uomini. "Io sono con te per proteggerti!" (Ger1,8). L'uomo teme più di tutto l'uccisione del corpo, e non pensa alla ben più grave uccisione dell'anima.
In questo ottobre missionario, non dimentichiamo i nostri fratelli perseguitati a causa del Vangelo; anche quelli che per salvarsi la vita sono costretti a farsi il segno di croce con la lingua, dentro la bocca, quella stessa lingua che i farisei di ieri e di oggi usano per parlare e sparlare, nei "sepolcri imbiancati" dei loro cuori, o allo scoperto, o perfino in un tempio.
I santi, e per primo Gesù, non temono gli uomini, ma hanno, invece, il timor di Dio, che è dono dello Spirito Santo.
A questo punto Gesù cambia tono, ci chiama "miei amici". Provvida ed esigente, dolce amicizia e quella di Cristo. Teresa la conosceva bene, per averla sperimentata.
Non credere che ciò che accade avvenga a caso, perché "anche i capelli del vostro capo sono tutti contati". Se Dio tiene conto anche di un solo capello, che è la parte meno importante dell'uomo, forse che non si prende cura di tutto te stesso, "Colui che" conta le stelle del cielo chiamandole per nome (Sal147), e che non resta insensibile neppure ai "piccoli del corvo che gridano a Lui"? Saggezza evangelica è anche quel proverbio che dice: "non cade foglia che Dio non voglia". Forse che agli occhi di Dio tu non "vali più di molti passeri"? Tu,che hai ricevuto come caparra di salvezza "il suggello dello Spirito Santo" nel tuo cuore, e che "sei stato predestinato per essere conforme alla Sua volontà", per essere Sua gioia, "a lode della Sua gloria"? Abbi fiducia! "Non aspettare a convertirti" (Sir 5,7) e torna a sperare, perché il Signore ha cura di noi; siamo al contempo "Sua eredità", "eredi" e "coeredi di Cristo", destinati al Cielo. Allora sì che, in un anelito d'amore, possiamo pregare come pregò la mistica Santa carmelitana: "Voglio essere dove Tu sei, voglio andare dove Tu andrai".


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un fratello domandò a un anziano: «Indicami una sola cosa da custodire, perché io ne viva!». L'anziano gli disse: "Se puoi essere ingiuriato e sopportarlo, è una gran cosa, che supera tutte le virtù».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

LA MISURA DEL BERE

Ciascuno ha il proprio dono da Dio, chi in un modo chi in un altro (1 Cor 7,7); ed è per questo che abbiamo qualche perplessità a fissare la misura del vitto per gli altri. Nondimeno, tenendo conto delle necessità dei più deboli, pensiamo sia sufficiente per ciascuno una emìna di vino al giorno. Chi poi ha avuto da Dio il dono di sapersene astenere, sappia che ne riceverà una ricompensa particolare. Qualora poi le condizioni del luogo o un lavoro eccezionale o l'eccessivo calore estivo richiedessero un supplemento, il superiore potrà concederlo, badando sempre che nessuno arrivi alla sazietà o all'ebbrezza.


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