Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

[menu] [seleziona le letture da stampare]
 

Commento alle Letture

Giovedì 07 ottobre 2004

Lo Spirito Santo, illustre sconosciuto

Lo Spirito Santo è il protagonista dell'evangelizzazione e si serve degli apostoli per istruire e ammaestrare, tale predicazione però penetra nelle anime solo con la grazia dello Spirito Santo: "Ma come la sua unzione, vi insegna ogni cosa, è veriteria e non mentisce, così state saldi in Lui, come essa vi insegna". E' proprio ciò che non hanno fatto i Galati: stare saldi in Lui; per questo san Paolo li rimprovera duramente ma con cuore di padre. Egli non può sopportare infatti, che dopo aver accolto l'annuncio di Cristo morto e risorto e dopo aver ricevuto il dono dello Spirito, ora essi rinnegano tutto questo, tornando indietro. Questo è da sciocchi perché li rimette in una condizione di schiavitù, di sottomissione alla legge, costringendoli ad una vita fondata sugli sforzi umani, soggetta a debolezza, incapace dei grandi slanci propri della vita secondo lo Spirito.
Soltanto lo Spirito permette ad ogni creatura, come è stato per la Vergine Maria, di rendere possibile l'impossibile. La tentazione del tornare indietro è sempre in agguato per tutti i cristiani; dinanzi alla necessità di umiltà e di abbandono che la vita secondo lo Spirito richiede, soprattutto nelle prove, spesso si mormora e si preferisce alla fede in Gesù Cristo risorto la fede in ciò che passa, che perisce, impedendoci di entrare nella libertà, nel vero riposo che Cristo ci ha acquistato con il suo sangue.
Capita anche a noi di sentirci a volte troppo sicuri, cristiani "vaccinati" perché andiamo a Messa la domenica, preghiamo e facciamo le nostre pie devozioni, ma poi ci scandalizziamo di fronte alla sofferenza, oppure critichiamo qualcuno che si è allontanato dalla Chiesa e lo giudichiamo quando per grazia di Dio vi ritorna. Viviamo ben "accoccolati" dinanzi alle pentole d'Egitto delle nostre sicurezze spirituali, con le quali pensiamo di guadagnarci il Paradiso; non è questa la vita che il Signore ci ha regalato, Egli è venuto a strapparci dalla paura della morte, dalla paura di perdere la faccia, i beni, la reputazione, ci ha donato lo Spirito per servirlo "in santità e giustizia", cioè con il suo stesso cuore misericordioso pronto a perdonare sempre, a donarsi senza riserve e a vivere cibandosi della sua Presenza.
Paolo non vieta certamente che la nostra vita sia regolata dai ritmi e dalle regole proprie della vita sociale, comunitaria e religiosa, ma ci invita a sintonizzarla con quella di Dio, donandole lo slancio e il contenuto dell'amore. Così recitare alcune preghiere, come per esempio il Rosario, che oggi ricordiamo particolarmente nella memoria della Beata Vergine Maria del Rosario, non sarà un tornare indietro ad una preghiera meccanica e vuota, se ci condurrà mediante lo Spirito "alla contemplazione del Volto di Cristo in compagnia e alla scuola della sua Madre Santissima" (GPII).
Accogliamo dunque l'invito pressante che ci giunge dal Vangelo di oggi a chiedere lo Spirito Santo. Sì il mondo ha bisogno di una cosa sola: dello Spirito Santo, questo illustre sconosciuto che ha potere di cambiare il nostro cuore di pietra in un cuore di carne, simile a quello di Cristo. Gesù è infatti l'amico che con la sua morte e risurrezione si darà a noi in cibo, si farà pane per ricolmare il nostro cuore del suo Spirito e renderlo capace di farsi a sua volta mangiare.
Proviamo a prenderci almeno cinque minuti al giorno per invocare lo Spirito Santo e vedremo che pian piano la nostra vita uscirà dalla paura e dal peso della legge, per entrare nel respiro dell'amore divino che ci permetterà di divenire trasparenza della divinità.


Apoftegmi - Detti dei Padri

L'abba Macario, interrogato su come si debba pregare, rispose: «Non è necessario parlare molto nella preghiera, ma stendiamo sovente le mani e diciamo: «Signore abbi pietà di noi, come tu vuoi e come tu sai". Quando la tua anima è in angustiata, di': «"Aiutami". E Dio ci farà misericordia, perché sa quello che a noi conviene».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I SETTIMANARI DI CUCINA

I settimanari che finiscono e quelli che iniziano il turno, la domenica alla fine delle Lodi mattutine, si prostrino davanti a tutti chiedendo che si preghi per loro. Chi esce di settimana dica questo versetto: «Benedetto sii tu, Signore mio Dio» (Dn 3,52), «che mi hai soccorso e consolato» (Sal 85,17); e, dopo che è stato ripetuto tre volte e chi esce ha ricevuto la benedizione, subentra chi inizia la settimana e dica: «O Dio, vieni a salvarmi; Signore, vieni presto in mio aiuto» (Sal 69,2); e sia ripetuto anche questo tre volte da tutti ed egli, ricevuta la benedizione, entri in servizio.


home  |  commento  |  letture  |  santi  |  servizi  |  archivio  |  ricerca  |  F.A.Q.  |  mappa del sito  |  indice santi  |  preghiere  |  newsletter  |  PDA  |  WAP  |  info


Questa pagina è in una versione adatta alla stampa, agli smartphone e ai PDA.
URL: https://liturgia.silvestrini.org/p/commento/2004-10-07.html
Versione completa online:
https://liturgia.silvestrini.org/commento/2004-10-07.html

i-nigma smart code
SmartCode: https://www.i-nigma.com/