Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Venerdì 08 ottobre 2004

I demoni

Se invece io scaccio i demoni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il Regno di Dio. Con il battesimo siamo diventati discendenti di Abramo, eredi della benedizione per fede. La fede è un dono di Dio che trasforma la vita concreta di tutti i giorni; Abramo infatti ha fondata la sua vita sulla Parola di Dio. Per fede chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, per fede soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, per fede, messo alla prova, offrì Isacco. Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti.
Spesso riduciamo il nostro essere cristiani a un'osservanza sterile e formale della legge, correndo il rischio di escludere l'amore di Dio e il suo aiuto. Cerchiamo di corrispondere in modo umano e rimaniamo schiacciati dalla legge, diventando così insofferenti con noi stessi e con gli altri.
Gesù Cristo si è fatto maledizione per noi prendendo i nostri peccati sul legno della croce. Grazie a Lui ci viene dato lo Spirito Santo che cambia la nostra vita, che ci fa alzare lo sguardo in alto, verso il Padre. "A chi crede in me dice Gesù Cristo fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno.
Altro atteggiamento oggi molto diffuso è quello di allontanarsi insofferenti dalla Chiesa che sempre come una madre premurosa esorta, corregge, educa i suoi figli, riportandoli alla verità e ricordando che in virtù del nostro battesimo, siamo chiamati anche noi come Abramo, ad orientare la nostra vita alla luce della Parola di Dio, che non viene a limitarci ma a donarci la felicità.
Chi ci limita, chi ci schiavizza è il demonio. Il Vangelo ci ricorda che Cristo ha vinto il demonio e che anche a noi come al muto ci viene dato la possibilità di parlare, di benedire Dio, di raccontare le sue meraviglie. In Gesù Cristo agisce la potenza di Dio che instaura nei nostri cuori il suo Regno. Già su questa terra possiamo godere un anticipo di questo Regno, che è pienezza di vita.
Siamo chiamati a identificare il nostro vero nemico, che è il demonio, ad essere vigilanti e sopratutto a risolverci di aderire a Cristo perché l'inerzia spirituale equivale a dare spazio al demonio. "Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me disperde". Chi non avanza indietreggia (S. Agostino).
La Parola ci mette in guardia ricordandoci che chi si dispone a seguire il Signore sarà attaccato, ma la certezza di essere con il più Forte oggi ci incoraggia nella sequela di Gesù Cristo.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Se fai il tuo lavoro manuale nella cella e viene l'ora della preghiera, non dire: «Finirò i miei ramoscelli e il piccolo cesto e dopo mi alzerò», ma alzati subito e rendi a Dio il debito della preghiera; diversamente prenderai a poco a poco l'abitudine di trascurare la tua preghiera e il tuo Uffizio e la tua anima diventerà deserta di ogni opera spirituale e corporale. Poiché è dall'alba che si mostra la tua volontà.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I FRATELLI INFERMI

La cura degli infermi è da mettere prima di tutto e al di sopra di tutto, in modo che ad essi si serva davvero come a Cristo in persona, perché egli ha detto: «Ero malato e mi avete visitato» (Mt 25,36); e ancora: «Quel che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me» (Mt 25,40). Gli infermi, da parte loro, devono essere consapevoli che sono serviti in onore di Dio e non affliggere con eccessive pretese i fratelli che li assistono; tuttavia essi devono essere in ogni caso sopportati con pazienza, perché attraverso di loro si acquista una maggiore ricompensa. L'abate pertanto abbia la massima premura che i malati non siano trascurati in nessun modo.


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