Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Mercoledì 14 luglio 2004

I sapienti e i piccoli.

"Dov'è il sapiente? Dov'è il dotto ? Dove mai il sottile ragionatore di questo mondo? Non ha forse Dio dimostrato stolta la sapienza di questo mondo? Poiché, infatti, nel disegno sapiente di Dio il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione". È stolta, secondo S. Paolo, la sapienza di questo mondo perché è impregnata di errori, inquinata dalla superbia, incapace di conoscere Dio. Gesù benedice il Padre perché ai piccoli a rivelato la vera sapienza. Gesù pensava all'umile ancella del Signore, alla Madre sua, che nel cantico afferma che Dio ha guardato l'umiltà (la povertà) della sua serva. Dio esalta gli umili ed abbassa i superbi. L'umiltà piace al Signore perché induce all'ascolto, alla preghiera, alla sottomissione; fa spazio a Dio ed allontana il male e ogni forma di ribellione. Consente di godere, sin da questo mondo, delle beatitudini dei poveri di spirito, dei miti, dei misericordiosi. Unisce intimamente a Cristo che "Umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce". L'umiltà il Signore l'identifica con i puri di cuore, con i semplici: "In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli". La vera sapienza è dono dello Spirito. Ce lo conferma S. Paolo: "Di queste cose noi parliamo, non con un linguaggio suggerito dalla sapienza umana, ma insegnato dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. L'uomo naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito. L'uomo spirituale invece giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno". I Santi sono i veri sapienti. Sono gli illuminati da Dio, capaci a loro volta di effondere la stessa luce: brillano come astri nel cielo della chiesa, che ci li propone come modelli e nostri intercessori.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Abba Irinio disse: Non ti stai fermando perché stai invecchiando. Stai invecchiando perché ti stai fermando.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALE DEVE ESSERE L'ABATE

L'abate, che è ritenuto degno di essere posto a capo del monastero, deve sempre ricordarsi di come viene chiamato e confermare con i fatti il suo nome di superiore. Si sa invero per fede che nel monastero egli fa le veci di Cristo, dal momento che viene chiamato col suo stesso nome, secondo la parola dell'apostolo: «Avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre!» (Rm 8,15).


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