Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Martedì 13 luglio 2004

I “guai” del rifiuto.

Il buon Dio è sempre rispettoso della nostra libertà, che il suo dono più grande per ciascuno di noi. Egli quindi agisce con noi dandoci le sue divine proposte, che poi pazientemente affida alla nostra intelligenza e volontà. Possiamo accogliere o rifiutare. Oggi ci invita a valutarne sapientemente le conseguenze. Quanto Egli ci dice e ci propone è dettato da infinito amore e infinita sapienza. Il nostro amore e la nostra sapienza sono invece limitati ed offuscati dal male. In teoria non dovremmo mai dubitare nella scelta. Dovremmo anzi essere profondamente convinti che Egli ci ama infinitamente di più di quanto possiamo amarci da noi stessi. La nostra sapienza poi e come un lumicino fumigante a confronto con quella infinita di Dio. Eppure siamo capaci di preferirci a Dio e di scandirgli i nostri rifiuti. Entriamo nel mistero del male e della umana cecità. I "Guai" che vengono lanciati come saette infuocate contro le città che non hanno accolto l'annuncio del Regno sono il meritato rimprovero a chi rifiuta la verità e osteggiano coloro che la testimoniano e la proclamano. L'autore della lettera agli Ebrei dice: "Una terra imbevuta della pioggia che spesso cade su di essa, se produce erbe utili a quanti la coltivano, riceve benedizione da Dio; ma se produce pruni e spine, non ha alcun valore ed è vicina alla maledizione: sarà infine arsa dal fuoco!". Gli ammonimenti divini dovrebbero produrre in noi frutti di conversione, sollecitarci a quel faticoso e gioioso ritorno da uno stato di schiavitù alla piena libertà dei figli di Dio. Per questo ci è stata donata la vita, il tempo, la grazia … Se teniamo aperti gli occhi dell'anima e della fede anche nella nostra vita accadono miracoli, avremmo quindi anche noi tanti motivi per convertirci ogni giorno. Se ciò non accade vuol dire che dobbiamo prima togliere il velo che ci annebbia la vista e chiedere al Signore, come fecero gli apostoli: «Aumenta la nostra fede!».


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un abba è stato invitato ad un monastero di città. Non volle lasciare il suo eremo ma poi acconsenti e ci andò. Passeggiavano nel rumore tra carri e buoi e l'abba disse: tu, senti cantare il grillo? Un grillo?!... si meravigliò il monaco di città... in questo rumore, impossibile... l'abba si girò e gli fece vedere il grillo su di un albero che cantava proprio per lui. Eh... disse il monaco di città, voi del deserto avete un orecchio più acuto. L'abba tirò fuori una moneta d'argento e la getto sul marciapiede. E mentre essa cadeva si è sentito appena un rimbalzo metallico sulle pietre... In un istante tutti quelli che erano lì vicino si sono girati toccando le loro saccocce... Questo lo raccontò per spiegare la parabola "lì dov'è il tuo tesoro c'è anche il tuo cuore...".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

VARIE SPECIE DI MONACI E LORO VITA

La quarta specie di monaci è poi quella dei cosiddetti girovaghi, i quali passano tutta la loro vita girando di paese in paese e facendosi ospitare per tre o quattro giorni in monasteri diversi, sempre senza fissa dimora e instabili, schiavi delle proprie voglie e dei piaceri della gola e in tutto peggiori dei sarabaiti. Del miserabile genere di vita di tutti costoro è meglio tacere che parlare.
Lasciamoli dunque da parte e veniamo, con l'aiuto del Signore, a organizzare la fortissima specie dei cenobiti.


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