preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Con il Vangelo di oggi, siamo ancora nella prospettiva dell'ascolto della Parola di Dio. Siamo introdotti, con questo potente ausilio nell'appartenenza alla familiarità divina.
Gesù è invitato ad incontrare la sua madre, i suoi fratelli e le sorelle materiali; Egli invece risponde con l'appartenenza ad una famiglia i cui legami sono più forti di quelli del sangue. Siamo invitati a trasporre i legami familiari, senza peraltro annullarli, sull'ordine spirituale e della grazia divina. Nel brano evangelico sono nominati alcuni gradi di parentela, madre, fratello sorella al quale siamo chiamati a corrispondere; è importante considerare questi legami proprio alla luce di quei rapporti di parentela che qui mancano: padre e figlio.
Gesù è il Figlio unigenito per natura e noi diventiamo, in Cristo, figli per adozione; siamo quindi figli nel Figlio. L'esortazione odierna di Gesù deve essere quindi letta in questo recupero di un nuovo rapporto con il Dio Padre. Come si realizza questo rapporto nuovo; come poter vivere questo rapporto nella concretezza quotidiana? A questo quesito risponde allora Gesù. Essere figlio nel figlio significa essere fratelli e sorelle tra di noi.
La vita di grazia inaugurata dallo stesso Gesù è importante, ma questo non è sufficiente se non vi è il proprio impegno. Ascoltare la Parola di Dio è allora lo strumento per poter vivere il rapporto con il Padre. Ascolto è
Un anziano disse: «Giuseppe d'Arimatea prese il Corpo di Gesù e lo mise in una sindone monda e in un sepolcro nuovo, cioè in un uomo nuovo. Che ciascuno abbia gran cura di non peccare per non oltraggiare Dio che abita in lui, e per non scacciarlo dalla sua anima. La manna fu data a Israele per nutrirsi nel deserto, ma al vero Israele è stato dato il Corpo di Cristo».
QUELLI CHE SENZA AUTORIZZAZIONE TRATTANO CON GLI SCOMUNICATI Se un fratello, senza l'autorizzazione dell'abate oserà trattare in qualsiasi modo con il fratello scomunicato o parlare con lui o inviargli un messaggio, incorra nella pena di una eguale scomunica.
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