Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Lunedì 22 settembre 2003

Fate attenzione dunque a come ascoltate

Gesù paragona i suoi discepoli con la lampada. E' una bella immagine che ci richiama la simbologia della luce, presente in vari brani evangelici e con profonde intuizione teologiche. Gesù stesso si paragona alla luce, anzi alla vera Luce. Egli intende così proclamare anche il suo essere Dio. Rispettando questa simbologia, i suoi seguaci possono quindi essere partecipi a questa alla vita divina. In questa possibilità concreta risiede l'impegno ultimo e principale dell'essere cristiani. E' il loro compito è proprio portare la luce di Cristo; annunciare la sua buona novella, essere testimoni e protagonisti di una nuova vita all'insegna dell'amore verso il prossimo. Da questa simbologia abbiamo quindi delle indicazioni per la nostra vita che deve portare in sé sempre questo germe di vita nuova. Da qui il richiamo di Gesù verso i suoi discepoli, e verso noi. E' un'esortazione precisa sull'attenzione ed all'ascolto. Così possiamo brillare della luce di Cristo ed essere guida, faro e luce per chi ci è vicino.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Si domandò al nostro santo padre Atanasio, l'arcivescovo di Alessandria: «In qual modo il Figlio è uguale al Padre?». Rispose: «Come la vista nei due occhi».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

LE COLPE PIÙ GRAVI

Il fratello invece che si macchia di colpe più gravi venga escluso sia dalla mensa che dall'oratorio. Nessuno dei fratelli abbia alcun rapporto con lui, né gli rivolga la parola. Egli se ne stia solo al lavoro che gli è stato assegnato mantenendosi nell'afflizione della penitenza, memore di quella terribile sentenza dell'apostolo che dice: «Un tal individuo sia consegnato alla morte della carne, affinché il suo spirito possa ottenere la salvezza nel giorno del Signore» (1 Cor 5,5). Prenda il cibo da solo, nella misura e nell'ora che l'abate giudicherà più opportuna per lui. Nessuno incontrandolo lo benedica e non sia benedetto neppure il cibo che gli viene dato.


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